La scorsa domenica 30 giugno 2013 ha avuto inizio la 14° edizione di Maremetraggio, il festival internazionale del cortometraggio e delle opere prime, con l’inaugurazione della mostra FuoriScena di Giovanni Manna e Laura Manaresi, all’interno della galleria del palazzo Tergesteo di Trieste e l’inizio delle proiezioni alle 21.30, introdotte dalla Direttrice Chiara Valenti Omero che ha illustrato le novità e le attrazioni del festival di quest’anno.
Nella suggestiva cornice di Piazza Verdi, ogni giorno è possibile sedersi sotto le stelle e gustare alcuni tra i migliori cortometraggi selezionati, provenienti da varie parti del mondo. “Abbiamo scelto solo i più carichi, i più intensi, i più graffianti: 69 perle per illuminare le notti estive della nostra città” ha dichiarato la squadra organizzativa del festival triestino. Nei primi due giorni di proiezioni, oltre ad una notevole partecipazione del pubblico, abbiamo potuto notare un discreto livello delle opere selezionate, gustando una serie di cortometraggi che alternano vere e proprie rivelazioni ad altri progetti un po’ più deboli, ma comunque particolari e curiosi in un modo o nell’altro. La Spagna per esempio regala un’ottima fotografia, ma una debole struttura narrativa con Postales Desde la Luna, mentre realizza un vero capolavoro con Voice Over, in cui una voce fuori campo racconta tre situazioni al limite della sopravvivenza che si rivelano tre modi di sentire un’unica condizione umana. L’Italia invece si distingue per ben tre progetti davvero originali e brillanti, ognuno nel suo genere. Island di Paola Luciani, un racconto animato del tempo vissuto da una donna nell’illusione della solitudine, che porta in una dimensione elegante e avvolta da una leggera malinconia che culla lo spettatore, non lo spaventa. Poi I Tweet di Mario Parruccini che si svolge a New York, dove la vita scorre in fretta e una ragazza si sente sola e trascurata dalla mamma in carriera che non trova il tempo per lei. I giorni sono tutti uguali per Claire quando rientra da scuola, ma un giorno un incontro le dona di nuovo la speranza e la serenità. In circa dieci minuti vengono affrontati temi molto importanti come la solitudine, il rapporto madre – figlia e l’assurdità dell’isolamento all’interno di una società basata sulla comunicazione nelle sue infinite forme virtuali e ordinarie. E infine Babylon Fast Food di Alessandro Valori, che racconta la battaglia personale di Mamadù, un senegalese cresciuto in Italia che rivendica la sua cittadinanza in un mix di ironia, umorismo e semplicità.
Dal mondo dell’animazione made in Germania arriva l’esilarante Flamingo Pride di Tomer Eshed, in cui un fenicottero eterosessuale si ritrova in mezzo ad una parodia del gay pride e non riesce a trovare il vero amore. Da Londra invece The Last Belle di Neyl Boyle regala un capolavoro divertente e attualissimo dell’animazione in cui un primo appuntamento al buio diventa un incubo per il povero Wally che non riesce ad attraversare Londra per recarsi all’incontro con una ragazza conosciuta su internet.