“Lance Armstrong, osservando il mondo del ciclismo, pensò che non si potesse vincere senza doping”
A scrivere queste parole è David Walsh, il giornalista che, con il best-seller Seven Deadly Sins: My Pursuit of Lance Armstrong, riuscì nell’impresa di distruggere uno dei massimi eroi sportivi della storia del ciclismo. Un’opera su cui Stephen Frears, il regista di capolavori come The Queen e Philomena, ha costruito The Program, un film che ripercorre la vita e la carriera di Lance Armstrong, dagli esordi nel 1993 e la lunga battaglia contro il cancro fino alle vittorie del Tour de France e la disfatta nel 1999 dopo la scoperta da parte di Walsh del cosiddetto “programma”. Il programma infatti, altro non era che un sofisticato sistema di doping che consentiva ad Armstrong di vincere le gare e superare allo stesso tempo tutti i controlli durante le competizioni. Un ingegnoso meccanismo basato sulla menzogna che trasformò quello che era a tutti gli effetti un vero e proprio mito della comunità mondiale in un bugiardo disposto a tutto per vincere…
Dopo aver raccontato l’emozionante storia della Regina Elisabetta in The Queen, Stephen Frears torna al biopic con The Program, un film che lo porta su terreni a lui sconosciuti come quelli del cinema sportivo. Un terreno su cui Frears, probabilmente bloccato da uno script di stampo documentaristico, si muove con difficoltà realizzando un’opera che avrebbe avuto bisogno di un autore dinamico come Danny Boyle per risultare veramente efficace. Quello che manca in The Program è infatti proprio l’aspetto emotivo che, nonostante le ottime performances di Ben Foster e Chris O’Dowd, risulta paralizzato in una resa talmente tradizionale da limitarsi a raccontare per filo e per segno la vita di Lance Armstrong, senza però analizzarne la personalità, le emozioni o, ancor più importante, quei demoni interiori che lo hanno spinto a tradire la fiducia e l’affetto dei milioni di persone per cui era di ispirazione. Una storia indubbiamente affascinante, resa però fredda e impersonale da un regista che, più che trovare un proprio stile, si è limitato a confezionare nel migliore dei modi un film che probabilmente non era nelle sue corde. Nonostante queste indubbie debolezze, The Program resta comunque il frutto di uno dei più grandi autori del cinema inglese; un frutto in parte acerbo che sfrutta il talento di Foster e l’elegante regia di Frears per raccontare una storia che avrebbe avuto bisogno di un briciolo di emozioni in più per risultare veramente convincente.
The Program verrà distribuito da Videa in tutti i cinema italiani l’8 ottobre 2015.
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