Venezia 70°: il regista Greg McLean parla di Wolf Creek 2

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Abbiamo seguito in occasione della 70° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia la conferenza stampa di Wolf Creek 2. Diretto da Greg McLean e interpretato da John Jarratt, Ryan Corr e Shannon Ashlyn Wolf Creek 2 racconta la storia del serial killer Mick Taylor (John Jarratt), ancora una volta disposto a tutto pur di seviziare e uccidere nuovi giovani turisti passati per la sua strada. Potete trovare qui sotto le domande poste dalla stampa internazionale al regista Greg McLean, all’interprete principale John Jarratt e alla produttrice Helen Leake.

Per quale motivo avete scelto di realizzare un sequel?

Greg McLean: Il primo film ha avuto un grandissimo successo così abbiamo deciso di realizzare un sequel ancora più estremo dell’originale.

Cosa avete ampliato rispetto al primo capitolo?

John Jarratt: La prima volta che ho interpretato il serial killer della storia non credevo di riuscire a creare una vera e propria icona horror. In questo secondo capitolo mi sono divertito di più, ho dato più personalità al mio personaggio.

Greg McLean: Abbiamo esplorato di più il personaggio del serial killer, siamo entrati in contatto con Mick Taylor. In questo secondo capitolo vi trovate di fronte un vero serial killer.

Visto il potenziale di questa saga avete intenzione di sviluppare altri sequel?

Helen Leake: Sicuramente c’è molto potenziale in Wolf Creek e ovviamente abbiamo già parlato di un terzo e un quarto capitolo ma non possiamo promettere nulla, è il pubblico che decide.

E’ eccitante o spaventoso far parte di questa tipologia di film?

John Jarratt: Di base non ho paura di nulla, sono in questa professione da oltre 39 anni ed è un successo enorme per me aver creato una icona amata in tutto il mondo. Inoltre in questo sequel potete trovare degli aspetti e delle svolte a dir poco fantastiche e innovative per il genere horror.

Cosa pensate del carattere australiano di questa icona horror?

Greg McLean: In ogni cultura e in ogni luogo ci sono entità che forgiano l’anima di un paese, l’Australia è assolutamente intrisa nel personaggio di Mick Taylor.

2_wolf_051101122226299_wideweb__300x375Che cosa ha Wolf Creek 2 in più rispetto al primo capitolo?

John McLean: Per questo sequel volevamo fare qualcosa di diverso, volevamo realizzare un’opera thriller ma anche un film di azione. Siamo tornati a questa storia per portare il protagonista ad un livello più alto e siamo stati molto fortunati a lavorare con un set ed una troupe così eccezionale.

Nel film risuona una canzone più volte. Perché?

John McLean: La canzone è stata scelta perché è parte della cultura pop australiana ed è indicativa della capacità del personaggio di liberarsi da ogni situazione. Questa canzone è un pezzo di iconografia, strettamente legata al film, anche in base alle vicende personali del cantante.

Pensate che il linguaggio tipicamente australiano utilizzato nel film porterà ad un impatto minore del film oltre mare?

Helen Leake: Il dialetto tipicamente australiano del protagonista è fondamentale perché è parte del personaggio principale, conferisce umorismo, la gente ride e distingue il cattivo del film dalle altre icone horror.

John Jarratt: Ci sono moltissimi film australiani di grande successo in tutto il mondo come Mr. Crocodile Dundee. E poi anche noi australiani amiamo il cinema americano ma non sempre capiamo il loro dialetto.

In questo film possiamo trovare generi molto diversi tra loro, dall’horror al western. Perché?

Greg McLean: Sono molto cresciuto come regista rispetto al primo capitolo. In questo sequel volevo esplorare il personaggio e allo stesso tempo fare dei tributi ad alcuni idoli che ammiro. Ho subito durante le riprese varie influenze, ho cambiato interessi come regista. Si comincia da una idea e poi si sviluppa il film, anche l’idea di far andare a cavallo il villain, inizialmente la vedevo come stupida ma poi sono rimasto conquistato. Mi sono ispirato al lavoro di Ford e Leone e ovviamente al maestro del genere thriller horror Alfred Hitchcock.

By Carlo Andriani

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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