From: la terza stagione è uscita su Paramount+ | Come si collega a Lost e altre serie distopiche

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La recensione della terza stagione di From (Foto: Paramount+) - Newscinema.it

La misteriosa cittadina che ha tenuto gli spettatori col fiato sospeso è pronta a svelare nuovi segreti: la terza stagione di From arriva il 4 ottobre su Paramount+. La serie TV horror, creata da John Griffin, continua a esplorare i lati più oscuri dell’animo umano, combinando suspense, mistero e soprannaturale.

Ambientata in un villaggio apparentemente senza via di fuga, dove gli abitanti sono intrappolati da forze sinistre, From ha conquistato il pubblico grazie a una trama complessa e personaggi carismatici che affrontano incubi sia reali che metaforici.

Dopo il finale della seconda stagione, che ha lasciato molte domande in sospeso, il nuovo capitolo promette di addentrarsi ancora più a fondo nella mitologia della serie, introducendo nuovi personaggi e dinamiche inaspettate.

Gli spettatori potranno finalmente scoprire se ci sarà una via d’uscita per i protagonisti o se la cittadina continuerà a tenerli prigionieri tra le sue oscure spire. Tra colpi di scena, momenti di tensione e rivelazioni sconvolgenti, From si conferma come uno degli show più intriganti e discussi del panorama televisivo attuale.

Approfittiamo allora dell’arrivo della terza stagione per fare il punto della situazione. I motivi per cui dovreste assolutamente recuperare questa piccola gemma dell’orrore sono ovviamente annessi.

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Una scena di From 3 (Foto: Paramount+) – Newscinema.it

From: cosa è successo nella prima e seconda stagione

Le prime due stagioni, entrambe disponibili su Paramount+, riprendono tutti i classici stilemi del genere distopico horror-fantascientifico, andando a solleticare le paure primordiali dell’uomo. In molti la chiamano “la nuova Lost”, ma From è molto più cupa dell’amato cult.

La premessa è la seguente: famiglie, amici o coppie di innamorati, mentre sono in viaggio in un tragitto di volta in volta differente negli Stati Uniti, si imbattono in una strada interrotta da un grande tronco. Questa è l’ultima cosa che ognuno ricorda. Facendo dietrofront, piombano tutti inevitabilmente in quella che sembra essere una città fantasma, da cui è impossibile uscire.

I nuovi “abitanti” di questo luogo inquietantemente sospeso, disorientati nel cercare di trovare una spiegazione, sono costretti a fronteggiare un ulteriore incubo, che solletica la paura primordiale dell’umanità. Ogni notte, dal buio della foresta che circonda il paese abbandonato, spuntano delle creature misteriose – dalle sembianze solo apparentemente umane – che giocano con le loro menti, torturandoli e uccidendoli.

Isolati geograficamente, temporalmente ed ontologicamente dal resto del mondo, i protagonisti cercheranno di trovare una via d’uscita lottando tra psicosi, allucinazioni ed angoscianti paradossi trascendentali.

Un continuo disorientamento psico-fisico

Non appena giunge il tramonto, i personaggi di From devono correre ai ripari all’interno delle case del paese abbandonato, al fine di proteggersi dall’arrivo delle subdole creature dalle sembianze umane. Queste, come nel film horror It Follows (2014), non corrono mai, bensì camminano lentamente verso i personaggi.

Se la notte la precarietà si fa tesa, scura e spettrale, di giorno le cose non vanno certamente meglio. Tra il disorientamento psichico, le inquietanti allucinazioni e la perpetua lotta contro uno status quo apparentemente incomprensibile, i personaggi si sono riorganizzati in una nuova quotidianità. Ognuno, a modo proprio, tenta di dare un senso al mistero che li circonda.

In primis lo sceriffo Boyd Stevens, interpretato da un bravo Harold Perrineau, che si trova di nuovo in un luogo isolato dopo l’isola di Lost. Quest’ultimo, oltre ad indagare a fondo, prova anche a mantenere l’ordine nella cittadina. Vi è anche una famiglia, il cui legame verrà messo alla dura prova. I genitori sono Jim Matthews (Eion Bailey) e Tabitha Matthews (Catalina Sandino Moreno) mentre i due figli sono Julie e Ethan (Hannah Cheramy e Simon Webster).

Jim, intento a riportare la famiglia a casa, farà di tutto per scavare a fondo nel mistero. Tabitha, in preda a visioni allucinanti, andrà invece incontro al più grande plot twist dell’intera serie TV, nonché il finale della seconda stagione.

Tra i protagonisti emerge anche Victor (Scott McCord): strano, anziano e confuso, racconta di essere arrivato nella cittadina quando era un bambino. Pertanto, ne è l’abitante più longevo e provato. Silenzioso ed appartato, è anche il più consapevole dell’oscurità che la avvolge.

Tanti altri ancora sono i personaggi che vanno a comporre il puzzle corale minuziosamente architettato. Tra i “negazionisti”, gli arresi e i lottatori, ciascuno farà la propria parte e andrà incontro al proprio destino.

La protagonista assoluta della serie, però, è lei, la cittadina in cui tutti capitano senza volerlo. Questa è infatti caratterizzata da infidi paradossi, come i cavi elettrici delle case che non portano a nulla, gli animali che appaiono dai boschi e la musica dalla radio che parte all’improvviso. È proprio la città, con le sue spregevoli creature, a manipolare le anime degli abitanti, disorientando le loro menti e isolandoli da tutto ciò che conoscevano.

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Il cast di From 3 (Foto: Paramount+) – Newscinema.it

From 3: un omaggio a Lost e agli altri capostipiti del genere distopico

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stringe con lo spettatore un patto tanto inflazionato quanto attraente: un luogo, senza spazio e senza tempo, da cui i protagonisti non riescono ad uscire. La serie TV risponde infatti in chiave horror agli stilemi del genere distopico – che non è il contrario del genere utopico, bensì una sua degenerazione – rispettandone precisamente i paradossi, l’arbitrarietà e gli ossimori.

E come in tutte le distopie più o meno fantascientifiche che esercitano il controllo attraverso la paura o il piacere, c’è qualcuno che si ribella. E in effetti, di caratteristiche del corrispettivo genere distopico horror-fantascientifico (o forse sarebbe meglio dire metafisico) ce ne sono parecchie, a partire dai personaggi che insorgono contro lo status quo.

I riferimenti sono tantissimi: basti pensare, in primis, al capolavoro di M. Night Shyamalan The Village (2004), dove un villaggio americano è circondato da una foresta che sembra essere infestata da mostruose creature.

O, ancora, basti pensare alle più recenti serie televisive Wayward Pines (2015) e The Society (2019). Rispettivamente nella prima, il protagonista interpretato da Matt Dillon si risveglia in un paese che non riconosce, abitato da personaggi freddi ed angoscianti. Nella seconda, invece, degli adolescenti restano intrappolati nella loro città d’origine, ma senza adulti.

Capostipite di questo filone disorientante, a cui From si appella in tutto e per tutto, è ovviamente la già menzionata Lost. La cittadina che cambia continuamente la propria forma, il mistero metafisico che la avvolge, le allucinazioni e l’idea di una sorta di purgatorio astratto sono solo alcuni degli elementi che le due serie TV hanno in comune.

Ma attenzione, non si tratta di plagio o imitazione, anche perché sarebbe impossibile (e soprattutto inutile) tentare di raggiungere le stesse vette della serie TV della ABC. In From, più che altro, troviamo dei richiami, degli omaggi e delle più o meno esplicite citazioni. Il tutto rivisitato in una chiave molto più cupa, horror e suggestiva.

La chiave horror, cupa e suggestiva di From

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non fa paura per i cosiddetti jump scare o per l’accavallamento di scene propriamente del terrore. La serie, più che altro, instilla e trasmette un perenne senso di precarietà e tensione, dato dalla sospensione astratta della macabra cittadina.

Questa serie televisiva, con l’idea del pericolo che incombe ogni notte senza spiegazione o via d’uscita, isola l’uomo in un inestinguibile stato confusionale, lasciandolo solo con la paura primordiale del buio, del bosco, del calare del sole.

From, in un certo senso, raccoglie tutti i timori più profondi dell’uomo e li sputa direttamente in faccia allo spettatore. Una menzione d’onore va alla sigla di apertura, Que sera, sera (Whatever Will Be, Will Be), eseguita dai Pixies. Questa, infatti, contribuisce notevolmente a creare l’atmosfera di tensione.

La serie TV, inoltre, conferma l’amaro presentimento avvalorato anche da The Last of Us di HBO: la cosa di cui l’uomo deve avere più paura, al di fuori di pericoli esterni, virus o creature misteriose, resta sempre sé stesso.

From, non essendo prodotta da grandi colossi di streaming come Netflix o Prime Video, è in un certo senso ancora una piccola gemma nascosta. Per questo motivo, vi consigliamo assolutamente di recuperarla, approfittando dell’uscita della terza stagione.

By Benedetta Pellegrini

Esperta di nuovi e vecchi media, scrivo principalmente di grande e piccolo schermo, come anche di sostenibilità, innovazione e sviluppo umano. Anagraficamente Gen Z, sono Millennial nella vita di tutti i giorni: fingo di saper usare TikTok, ma non ho mai abbandonato le agende cartacee.

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