Andrea Bocelli si racconta alla Festa del Cinema di Roma 2024: “Quel duetto con Pavarotti con 38 di febbre”

Festa del Cinema di Roma: Andrea Bocelli 30: The Celebration, conferenza stampa
Andrea Bocelli e Ed Sheeran: Andrea Bocelli 30: The Celebration (Foto: Press - Alice nella Città) - Newscinema.it

Il film-concerto diretto da Sam Wrench, che celebra il trentesimo anniversario di Andrea Bocelli nella musica, è stato presentato dal tenore nel corso di Alice nella cittàAndrea Bocelli 30: The Celebration,

che come suggerisce il titolo celebra i 30 anni di carriera del tenore italiano, si inserisce nel programma di Alice nella città – sezione autonoma e parallela alla Festa del Cinema di Roma – con due appuntamenti, entrambi datati domenica 20 ottobre.

Innanzitutto, si parte con l’incontro con il pubblico e i ragazzi delle scuole di cinema e musica per poi proseguire con l’anteprima all’Auditorium Conciliazione alla presenza del tenore italiano e di Sofia Carson. Ecco dunque quanto emerso dalla conferenza stampa con Andrea Bocelli, che ha dunque prima presentato il film e poi dialogato con il pubblico.

Andrea Bocelli 30: The Celebration: il film-concerto diretto da Sam Wrench

Il film-concerto è diretto da Sam Wrench (noto ai più, probabilmente, per Taylor Swift: The Eras Tour). Presentato in anteprima mondiale ad Alice nella città, racconta lo spettacolare evento di tre giorni che il tenore ha tenuto in Italia lo scorso luglio al fine di celebrare il suo trentesimo anniversario nella musica.

Prodotto da Mercury Studios, Maverick, Impact Productions e Almud e distribuito a livello mondiale da Fathom, con un’uscita in anteprima nei cinema americani venerdì 8 novembre, Andrea Bocelli 30: The Celebration omaggia dunque un’icona internazionale, venerata in tutto il mondo.

Gli inizi di Bocelli nel mondo della musica

Di famiglia di origini contadine, Andrea Bocelli a sei anni entra in collegio a Reggio Emilia, per apprendere la lettura in Braille. “Ogni cosa deve succedere al momento giusto. Quando ero in collegio tutti mi chiedevano di cantare, nessuno mi chiedeva di giocare a calcio. Era destino, ma ci è voluto del tempo“.

Dopo essersi laureato in giurisprudenza a presso l’Università di Pisa e aver lavorato per un anno come assistente in uno studio legale, Bocelli ha poi deciso di dedicarsi completamente al canto, prendendo lezioni private. Da lì il graduale successo, che l’ha portato a vincere il Festival di Sanremo del 1994 tra le Nuove Proposte.

Non avevo fatto molto di più, anche se avevo studiato tanto. Trovarmi improvvisamente catapultato da un piano bar toscano al palco accanto a Luciano Pavarotti non è così facile. Quella volta mi venne la febbre, e cantai quel duetto con la febbre a 38. Quando lo risento, infatti, ci sono delle cose che non mi piacciono molto, ma non sono riuscito a fare meglio di così. È stato anche divertente, curioso e gradevole rifarlo e duettare di nuovo con lui“.

Ma torniamo a noi. L’evento di luglio al centro del film-documentario, tenutosi a Lajatico, nella “casa” del cantante lirico (precisamente, nell’ormai celebre Teatro del Silenzio), ha coinvolto oltre 30.000 ospiti e un numero notevole di artisti di fama mondiale.

Il tenore si è esibito nel celebre repertorio, capace di abbracciare diversi generi in duetti con star del calibro di Brian May, il Premio Oscar Jon Batiste, il Premio Oscar Russell Crowe, Johnny Depp, Plácido Domingo, José Carreras, Lang Lang, Zucchero, Elisa, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Giorgia, Shania Twain, Sofia Vergara, David Foster, Christian Nodal e Sofia Carson, ma anche i figlio Matteo Bocelli e Virginia Bocelli.

A tal proposito, sorge spontaneo domandare: tra i vari duetti con stelle internazionali, spunta anche e proprio quello con Virginia Bocelli, sua figlia. Com’è stato?

Anche in questo caso, ritengo che ogni cosa debba succedere al momento giusto. La canzone è molto commovente è bella. L’unico problema è che cantiamo una canzone in italiano e per il pubblico internazionale, forse, non sarà facile apprezzare il messaggio“.

Trent’anni di carriera, che portano con sé tantissimi duetti di una portata notevole. Forse è impossibile domandare quale sia il suo preferito, ma quale artista senti che abbia interpretato la canzone nel modo migliore?

Io ho sempre avuto una grande passione per le voci in generale. È un grande privilegio, il mio, di aver potuto sentire tanti grandi voci da vicino. Sono felice di aver duettato con tante delle più grandi voci del nostro tempo, da Céline Dion fino a Ed Sheeran, per nominare anche un artista contemporaneo”. 

Cosa può raccontare dal rapporto da un’artista come Céline Dion?

“Io sono molto competitivo, nel caso non si fosse capito. La ‘competizione’ nel cantare con Céline si è poi tramutato in un legame d’amicizia incredibile. Come lei ho ancora un ottimo rapporto. In generale, è difficile trovare degli episodi che mi abbiamo particolarmente colpito nella mia carriera: sono tantissimi e tutti mi hanno dato qualcosa“.

Festa del Cinema di Roma: Andrea Bocelli 30: The Celebration, conferenza stampa
Andrea Bocelli 30: The Celebration, conferenza stampa (Foto: Press – Alice nella città) – Newscinema.it

La celebrazione del trentennale di Bocelli andrà avanti con due serate evento, prossimamente su Canale 5, realizzate ad hoc per Mediaset da FriendsTV. Cosa ci può dire?

Risponde lo staff tecnico: “Ora abbiamo le date. Ci saranno due serate televisive di questo evento che andranno in onda su Canale 5, il 20 e il 27 novembre. Abbiamo grandi aspettative, questi eventi in televisione hanno sempre un ottimo riscontro. In generale, finora, abbiamo ricevuto un grande entusiasmo da parte di Mediaset“.

Dato che l’ha nominato poco fa, cosa ci può dire del suo rapporto con Luciano Pavarotti?

Con il Maestro avevo un grandissimo legame di grande amicizia. Ho imparato tantissimo da lui. Ci sono stati innumerevoli episodi divertenti tra di noi, anche non so se è questa la sede giusta per raccontarli“.

Almeno uno di questi aneddoti?

Una volta mi ha invitato in Toscana. C’era una tavola lunghissima stracolma di ogni tipo di cibo. Lui mi ha dato da bere un bicchiere di Brunello di Montalcino, ma io sono toscano d’origine e sono molto legato alla mia terra. L’ho assaggiato e gli ho detto: ‘Questo vino è buono solo per due cose: fare l’aceto o lavare le ruote della macchina’“.

Il pubblico presente ride. “Eppure siamo sempre rimasti ottimi amici“.

By Benedetta Pellegrini

Esperta di nuovi e vecchi media, scrivo principalmente di grande e piccolo schermo, come anche di sostenibilità, innovazione e sviluppo umano. Anagraficamente Gen Z, sono Millennial nella vita di tutti i giorni: fingo di saper usare TikTok, ma non ho mai abbandonato le agende cartacee.

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