Nel corso di un evento speciale a Roma il regista premio Oscar Barry Jenkins ha introdotto i primi minuti del film Mufasa, nuovo live action Disney al cinema dal 19 Dicembre. Ecco cosa ci ha raccontato.
Il 19 Dicembre arriva al cinema Mufasa, il nuovo live action Disney diretto da Barry Jenkins, regista che ha vinto il premio Oscar per Moonlight nella chiacchierata edizione in cui La La Land era il favorito. Disney ha coinvolto Jenkins nel progetto del nuovo film legato al mondo del successo Il Re Leone, trovando all’inizio un po’ di reticenza e scetticismo nel cineasta.
“La prima volta che mi hanno proposto di dirigere questo film ho detto no, ma dopo 8 giorni su consiglio di mia moglie ho letto la sceneggiatura. Dopo i primi 30 minuti ho pensato di dover prendere il progetto in considerazione” ha raccontato al The Space Moderno di Roma in una sala piena di giornalisti. In attesa dell’uscita al cinema di quello che sarà probabilmente uno dei titoli di questo Natale 2024, è stato organizzato un evento con una pre-anteprima del film a cui abbiamo partecipato molto volentieri.
La Disney ci ha mostrato i primi 40 minuti del film Mufasa e, a seguire, abbiamo avuto il piacere di assistere all’incontro con Jenkins e con i doppiatori italiani tra cui Elodie, Luca Marinelli e Alberto Boubakar Malanchino. Per Jenkins non è stato possibile riprendere, ma qui sotto potete sentire cosa ci hanno raccontato le voci italiane del film.
Barry Jenkins a Roma per Mufasa
“Independence Day, Die Hard, Il Re Leone sono film con cui sono cresciuto. I vari Leoni d’oro e i film più autoriali li ho cominciati ad apprezzare dopo. Infatti dico spesso che la mia vita è divisa in due parti: i film visti prima della scuola di cinema e quelli visti dopo
” ha spiegato il regista con onestà, riflettendo sul fatto che di recente molti autori indipendenti come lui o Chloe Zhao hanno accettato esperienze di un cinema più mainstream.
“Il film uscirà in tanti paesi e quindi in tante lingue diverse, ma la scena di Rafiki che mostra al regno Simba sollevando le braccia è un momento universale che non ha bisogno di parole” ha aggiunto, confermando che se in un primo momento era scettico anche lui, ora è convinto di aver reso Mufasa un film “alla Barry Jenkins”. Dalle prime immagini che abbiamo visto possiamo confermare che sembra proprio così, come vi diciamo nel video sopra.
“Mufasa perde tutta la famiglia e il padre di Taka è cattivo, mentre la mamma lo accoglie e dice cose molto belle. Entrambi crescono insieme, ma con un diverso rapporto con i genitori. E io credo che un individuo diventi il frutto delle sue scelte e delle sue esperienze, non è in un modo per natura. La leadership di Mufasa si costruisce nel tempo e dipende dalla comunità che lui si crea intorno a se, non dalle sue origini” ha detto.
L’inizio del film si sofferma molto sul tema degli emarginati e sul fatto che anche un individuo con una storia difficile e poche possibilità di fare grandi cose, può diventare qualcuno di importante. Qui un “figlio adottato è al centro della storia”, pertanto oltre ad essere un film di formazione, Mufasa è di forte ispirazione per chi ha una vita che sembra non essere in linea con i sogni. “Io vengo dai luoghi difficili di Moonlight e nessuno avrebbe pensato che potessi vincere un Oscar ed essere oggi qui a Roma a parlare di questo film“.
La Disney di Fantasia incontra Il Re Leone
La Sirenetta, Il Re Leone
e Fantasia sono i film Disney con cui Jenkins dice di essere cresciuto e che lo hanno fatto sentire accettato. “Il modo in cui la Disney usa le immagini come metafora in Fantasia lo trovo molto affascinante e in questo nuovo live action ho provato a portare la magia di quel vecchio film. Mufasa è come Dante che attraversa un altro regno che cambia colore e paesaggio andando avanti nel suo viaggio” ha spiegato.
Le musiche di Lil-Manuel Miranda sono “canzoni che aiutano a raccontare la storia, quindi sono un grande aiuto“. “La tecnologia è da capire e c’è bisogno di tempo per padroneggiarla, infatti c’è voluto un anno e mezzo e pazienza per farlo e poi realizzare il film nei tre anni successivi. Dirigere gli animatori che scrivevano la battuta con il loro corpo è stato complesso ma molto bello“.
Quando gli è stato chiesto se questo nuovo film si collega in qualche modo con la sua precedente filmografia, il regista ha concluso dicendo: “Moonlight inizia con una scena in cui un uomo insegna al giovane protagonista a nuotare, ma arriva un temporale e lo lasciano a nuotare da solo. Poi lui è orfano perchè la mamma c’è ma non c’è e il padre non lo ha mai avuto, quindi deve costruirsi il mondo e pensa di non essere degno di amore.
Quindi penso ci siano molte similutidini con Mufasa. Anche a livello personale Simba incontra Rafiki, Timon e Pumba con cui non ha un rapporto di sangue ma si costruisce una famiglia, come me quando sono andato alla scuola di cinema e ho fatto gruppo con alcune persone con cui poi ho lavorato per 20 anni facendo film e ti appassioni a quello che fai”.