La campanella è suonata di nuovo già da qualche giorno e al cinema troviamo un film che mette al centro della scena la scuola. Si tratta de Il rosso e il blu diretto da Giuseppe Piccioni, tornato dietro la macchina da presa con una commedia dopo Giulia non esce la sera. Un giovane supplente di Lettere, il Prof. Prezioso (Riccardo Scamarcio), è al suo primo giorno con i ragazzi della 4F. Pieno di voglia di fare e di cambiare le cose, Prezioso si scontra con lo scabro realismo del vecchio Prof. Fiorito (Roberto Herlitzka), ormai convinto che la scuola, e in particolare il rapporto fra insegnate e allievo, non possano influire positivamente sulla crescita dei ragazzi. La Preside Giuliana (Margherita Buy), dirigente scolastico inappuntabile, si ritrova a prendersi cura di Brugnoli (Davide Giordano), un ragazzo che si rifugia nella palestra della scuola perché abbandonato dalla madre.
Liberamente tratto da Il rosso e il blu, cuori ed errori nella scuola italiana (Einaudi 2009) di Marco Lodoli, il nuovo film di Piccioni si presenta come un affresco romantico sulla scuola, a cui non manca quel taglio ironico che fa sorgere una riflessione critica importante sullo stato delle cose nel mondo dell’istruzione. Il regista marchigiano sceglie di mettere al centro della narrazione il rapporto fra professori e alunni, mostrando vizi e virtù degli uni e degli altri. È così che dal quadro generale di fondi tagliati, strumentazione rotta e sedie mancanti emergono le vite ed i sentimenti di quelle persone che animano gli istituti scolastici. Il personaggio magistralmente interpretato da Roberto Herlitzka rappresenta quel professore alla fine della sua carriera, che abbiamo più o meno incontrato tutti: depresso, acculturatissimo ma troppo demotivato per appassionare i suoi studenti, insomma vederlo camminare per i corridoi toglie ogni speranza per il futuro. Il suo ruolo non è però solo quello di affossare le belle speranze di Prezioso, c’è qualcosa di più, anche di tragico se vogliamo: nel duello verbale col giovane supplente, il Prof. Fiorito esprime tutto l’odio per ciò che aveva già vissuto, rivoltandosi contro il giovane che vede apprestarsi a riprodurre quegli stessi atteggiamenti controproducenti.
Margherita Buy è tornata a recitare per Piccioni dopo quattordici anni, mostrando la sua capacità di dare corpo ed anima alla donna italiana nell’era della crisi: presissima dal lavoro, per il quale esclude il desiderio di maternità, dura con se stessa, ma sotto sotto dal cuore d’oro. Scamarcio, sia per fisionomia che per età anagrafica, si cala bene nel ruolo del giovane supplente pronto a cambiare le cose, ripartendo dal rapporto con i suoi studenti. La regia di Piccioni è riassunta dalla panoramica della mdp con cui si chiude il film: al suono dell’ultima campanella dell’anno, l’energia dei ragazzi esplode di fronte allo sguardo imbarazzato del supplente. Mentre le voci felici si allontanano dalla costrizione delle ore scolastiche per andare incontro all’estate, la mdp riprende i banchi vuoti, deposito di speranze e aspettative irradiate da una luce vigorosa, che spezza disillusioni e i dolori, relegandoli nell’ombra. Lo sguardo di Piccioni sulla scuola è quindi scevro da ogni strumentalizzazione politica ed evitando i facili consensi, preferisce usare come strumento principale della sua narrazione la naturalezza dei ragazzi. Uno sguardo che, in ultima analisi, si mostra pacato, intimo e coinvolgente.