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A vincere il premio di miglior film della ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma il finto documentario di Alberto Fasulo: TIR. Interpretato da Branko Zavrsan (già visto in No Man’s Land) TIR racconta la storia del professore croato Branko (Branko Zavrsan), costretto a diventare camionista per guadagnare di più e provvedere così alle esigenze della sua famiglia. Impegnato in un lungo tour in giro per l’Europa, Branko ci mostra la difficile quotidianità di un camionista, fatta di orari terribili, pause forzate e tanta solitudine. Durante il viaggio è impossibile svolgere funzioni normali come mangiare, lavarsi o semplicemente dormire e questo arriva allo spettatore. A non convincere nell’opera di Fasulo è invece il ritmo e il senso stesso: è un finto documentario ma non è un film? Sperimentazioni a parte TIR si presenta come un prodotto eccessivamente piatto, lento, noioso. Lo spettatore segue le vicende di Branko in modo apatico, senza provare alcun tipo di compassione o emozione per l’antieroe della storia. Capiamo che il lavoro del camionista è duro e faticoso.

28087_pplMa un film, per quanto neutro possa essere, deve comunque avere un suo punto di vista. Ed è proprio questa la pecca più grave di TIR, l’assenza di un qualsivoglia tipo di messaggio o punto di vista. Alberto Fasulo gira un film totalmente impersonale, che non suscita nulla nello spettatore, eccetto un po’ di rammarico per la vita del povero Branko. Ma è decisamente poco per vincere il premio di miglior film contro capolavori del calibro di Her, Dallas Buyers Club o Out of the Furnace. Probabilmente Fasulo ha semplicemente cavalcato la cresta dell’onda di Sacro Gra di Gianfranco Rosi. Ma la differenza fondamentale tra TIR e Sacro GRA è che quest’ultimo, per quanto sopravvalutato, un suo senso lo aveva. Mentre per TIR è veramente difficile carpirne il significato o il valore. In conclusione Fasulo ha confezionato un’opera che ha fatto della sperimentazione l’arma per celare il piattume, la banalità e l’assenza di senso che la contraddistinguono.

By Carlo Andriani

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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