Il 5 giugno arriva al cinema 3 Days To Kill, il nuovo action thriller di McG, regista dallo stile inequivocabilmente americano che ha firmato film come Terminator Salvation, Charlie’s Angels e We’re Marshall. Questa volta la storia di spionaggio con Kevin Costner nei panni di un agente della CIA spregiudicato e pericoloso, è ambientata in Europa, nell’affascinante città di Parigi, dove Ethan Renner ha lasciato la moglie e la figlia adolescente, che sono andate avanti senza di lui, troppo preso dal lavoro. Quando gli viene diagnosticato un male incurabile, Ethan decide però di mettere da parte la sua vita pericolosa e violenta, per recuperare il rapporto con la sua famiglia, ma la misteriosa e determinata Vivi, interpretata da Amber Heard, gli offre una cura sperimentale per il suo male, in cambio di un’ultima missione contro il terrorista più importante d’Europa.
Dopo la sua partecipazione al film Jack Ryan – L’Iniziazione, Kevin Costner torna sul grande schermo con un ruolo che sembra essere stato scritto per Bruce Willis. Spia internazionale sempre al centro di scontri corpo a corpo, inseguimenti e doppio gioco, dedica gran parte della sua interpretazione anche allo humour, regalando battute e situazioni divertenti che strappano una sincera risata. McG pone al centro della storia questo cowboy in terra francese, che deve trovare un equilibrio tra la sua dimensione familiare e quella professionale, risolvendo problemi del passato e ritrovando una stabilità e la fiducia dei suoi cari.
3 Days to Kill è in primis un film d’azione e un thriller, costruito secondo il registro più classico del genere, con una sceneggiatura curata da Luc Besson e Adi Hasak lineare e convincente. Il film viaggia con un ritmo sostenuto e abbastanza uniforme, regalando un film di puro intrattenimento, in cui l’azione e l’adrenalina si mescolano bene con la commedia e l’ironia.
McG
riesce a mantenere solo una parte del suo stile registico tipicamente americano, adeguandosi all’atmosfera europea, infilando tra un’esplosione e una sparatoria, qualche spunto di riflessione interessante. “Spesso perdiamo troppo tempo per cose futili, secondarie, perdendo di vista quelle che contano davvero. In fondo, il messaggio del film è proprio questo” spiega il regista.