E’ stato presentato in occasione del Festival di Berlino 2015 il nuovo film di Terrence Malick, Knight of Cups. Sembra passato il periodo in cui il regista fantasma, che non partecipa mai alle occasioni pubbliche, impiegava anni per scegliere e sviluppare un progetto. Negli ultimi tempi, infatti, la sua ispirazione si è rilevata più costante; basti pensare ai recenti The Tree of Life e To The Wonder. La critica e il pubblico del festival tedesco però non hanno apprezzato del tutto questo suo ritorno. Forse è meglio quando impiegava anni prima di fare un film?
TRAMA KNIGHT OF CUPS
“C’era una volta un giovane principe che il padre, il re d’Oriente, inviò in Egitto a cercare una perla. Ma, quando il principe arrivò, la gente gli porse una tazza. Una volta bevuto, si dimenticò di essere il figlio del re, dimenticò anche la perla e cadde in un sonno profondo“. Il padre di Rick era solito leggere al figlio, ancora ragazzino, questa storia. La strada per l’Oriente ora si trova di fronte a Rick. Riuscirà a intraprenderla? In Knight of Cups troviamo Christian Bale nei panni di Rick, un ricco produttore cinematografico, distratto dal guadagno e dai piaceri superficiali, che ha perso la direzione della sua vita. Frequenta tante donne diverse, mentre le poche relazioni importanti ed intense si disperdono nel tempo, trasformandosi soltanto in meri ricordi.
RECENSIONE
Il film è una continua riflessione sugli errori, i rimpianti e la nostalgia per quello che Rick aveva un tempo. Una nostalgia del passato pesante e soffocante, che non trova mai un momento di luce, rendendo il film lento e monocorde. La voce fuori campo presente dall’inizio alla fine, dà vita ad una serie di monologhi interiori del personaggio di Bale, rendendo il ritmo del film piatto, noioso e drammaticamente inconsistente. L’anima del progetto è più vicina ad un video di arte sperimentale, in cui le immagini e la musica sono le vere protagoniste e la storia, così come i dialoghi, passano in secondo piano. Con Bale come unica presenza invadente della storia, il resto del cast è sprecato in poche situazioni circostanziali. Natalie Portman, Cate Blanchett, Frida Pinto, Antonio Banderas e Imogene Poots e altre presenze di un certo livello, sono semplici meteore che ruotano intorno al personaggio di Bale, regalando performance emozionanti ma di breve durata. Knight of Cups è una chiara auto-celebrazione del regista, che regala inquadrature suggestive e poetiche, accompagnate da una musica romantica e onirica, ma il risultato finale, a causa della mancanza di una struttura narrativa solida, è un film noioso, triste e pesante, che non lascia molto spazio alla positività e ad una vera riflessione costruttiva sull’evoluzione del protagonista. Forse è arrivato il momento per Malick tornare allo stile originale e magico di lavori precedenti come The Tree of Life, per non cadere in opere autoreferenziali che riducono la sua creatività particolare a semplice esibizionismo artistico.
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