“La più grande storia d’amore mai raccontata”. Suite Francese è l’adattamento del regista Saul Dibb al romanzo di Irène Nèmirovsky, besteller internazionale. In uscita il 12 Marzo 2015, il film è prodotto da Andrea Cornwell e Michael Kuhn della Qwerty Films, stessi produttori de La Duchessa, insieme a Xavier Marchand di eOne e Romain Brèmond di TF1. Produttori esecutivi sono Harvey Weinstein della The Weinstein Company e Christine Longane della BBC Films.
TRAMA SUITE FRANCESE
È il 1940: la Francia cade sotto la Germania. La bellissima Lucile Angellier (Michelle Williams), una rifugiata parigina, vive un’esistenza soffocante insieme all’austera suocera, Madame Angellier (Kristin Scott Thomas), nell’attesa di ricevere notizie del marito prigioniero di guerra. La vita della tranquilla cittadina viene sconvolta dall’occupazione dei nazisti e dall’arrivo del giovane ufficiale tedesco, Bruno Von Falk (Matthias Schoenaerts), assegnatole per vegliare sulla sua abitazione. Nonostante le iniziali resistenze di lei, tra i due nasce un’appassionata storia d’amore che la farà etichettare da alcuni come collaborazionista, da altri come ragazza da ammirare, ma la realtà è che “nessuno sapeva come si sentiva”.
RECENSIONE
“In innumerevoli occasioni abbiamo potuto vedere nei film ciò che la guerra rappresenta per gli uomini. Suite Francese è risolutamente focalizzato sull’esperienza delle donne”, così Dibb ci racconta il suo film sui generis. Il mondo femminile osservato nelle sue più svariate sfaccettature, classi sociali, rapporti interpersonali. Affiorano i comportamenti della moglie di Benoit Madeleine (Ruth Wilson), di Celine (Margot Robbie) e di Lucile nei confronti dei soldati, pur se in modi assai differenti. La cornice è quella di un paesaggio bucolico, alternato tra figure di mezzadri e padroni. È la Francia ai tempi dell’orrore della II guerra mondiale e “fare un film d’epoca presenta le sue sfide”, anzitutto a livello di location. Il cast e la troupe hanno girato interamente in esterni, soprattutto in Belgio cercando di mantenere, così, la sensazione di un film molto francese. “Ogni volta che si sente una radio è in francese. Ogni volta che vedrete qualcosa di scritto, che si tratti di giornali o lettere scritte a mano, è in francese. La segnaletica è in francese. È un richiamo costante che vuole sottolineare che non siamo in un paese di lingua inglese”, pur essendo gli attori a recitare in quest’ultima lingua.
Una storia drammatica, che viene addolcita dalla passione travolgente dei due protagonisti la cui storia ruota attorno ad un pianoforte: “Ogni sera lo sentivo. La sua musica sconosciuta”, sono le parole che rimbombano in Lucile. Il titolo Suite Francese si riferisce, infatti, ad una composizione musicale che gioca un ruolo fondamentale in tutto il film. Il piano è importante per la storia d’amore: non solo vediamo i due giovani suonarlo, ma è anche il mezzo attraverso cui lei si innamora di lui. Mentre altre parti della partitura utilizzano strumenti orchestrali meno tradizionali, perchè la musica tedesca è molto più strumentalmente brutale e si ottiene un effetto migliore per riprodurre il suono dell’esercito, dei carri armati e dei cannoni. Insomma, è molto di più di una semplice storia di un amore proibito, perchè racconta la radicalizzazione di una donna che “prima è come un topo e alla fine diventa un topo che ruggisce”.