Il 18 giugno l’Universal Pictures distribuirà in tutti i cinema italiani Unfriended. Diretto da Levan Gabriadze ed interpretato da Heather Sossaman, Matthew Bohrer, Renee Olstead, Shelley Hennig, William Peltz, Jacob Wysocki e Courtney Halverson Unfriended racconta l’inquietante storia di sei amici del liceo che, durante una video-chat notturna, ricevono un messaggio di Skype da Laura Barns (Heather Sossaman), una compagna di classe che si è uccisa un anno prima. Inizialmente pensano che si tratti di uno scherzo di cattivo gusto, ma poi si rendono conto che questo misterioso settimo utente Skype conosce a menadito i loro errori. Errori che potrebbero aver, involontariamente o non, causato la morte di Laura Barns. Ma chi si cela dietro lo schermo di quel computer? Un troll, un hacker o uno spirito in cerca di vendetta?
Dopo aver incassato quasi un miliardo di dollari con film horror low-budget come Paranormal Activity, Sinister, Insidious e tanti altri Jason Blum, il produttore più prolifico di Hollywood, torna in tutti i cinema con un film capace di battere in semplicità tutte le altre opere che lo hanno preceduto: Unfriended. Se The Blair Witch Project sfruttava infatti per primo l’espediente del mockumentary e Paranormal Activity lo riportava in auge usando come tecnica di ripresa le telecamere fisse di casa, questo interessante Unfriended compie un ulteriore passo in avanti nel genere più furbo del cinema horror. Un genere che, nel caso specifico, possiamo ribattezzare Skypementary perché è proprio una chiamata Skype il fulcro dell’intero film di Gabriadze, un’opera che mostra allo spettatore solo lo schermo della protagonista. Uno schermo che ci permette di vedere tutti i classici movimenti che compiamo quotidianamente col nostro computer, dai messaggi privati alle persone che ci sono più a cuore alle musiche itunes che fanno da colonna sonora alla nostra vita fino, e qui arriviamo al punto, alle chiamate Skype, ai post facebook, ai video youtube e tanto altro. Parliamo quindi di social networks, strumenti ormai dominanti delle nostre vite che, come ben sappiamo, possono dare vita a fenomeni di cyber-bullismo dalle conseguenze disastrose. Conseguenze analizzate alla perfezione in Unfriended, un brillante horror che affronta argomenti tanto attuali quanto terribilmente inquietanti. Ma non è solo l’aspetto social il punto di forza di Unfriended. Gabriadze infatti confeziona un horror in grado di tenere per tutti e 88 i minuti di proiezione lo spettatore col fiato sospeso senza grandi effetti speciali e con un budget di un milione di dollari. Ed il successo ovviamente non è tardato ad arrivare perché il film ha già incassato 43 milioni di dollari worldwide, un risultato che sicuramente porterà prossimamente sui nostri schermi un sequel che non sarà all’altezza dell’originale. Ma sequel, prequel e saghe a parte Unfriended funziona bene grazie ad un messaggio importante sull’abuso dei social networks e ad un mix di originalità, ritmo e intelligenza che dà nuova linfa al cinema horror.
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