Questo film in bianco e nero è una buona occasione per fare un piacevole salto nel passato, precisamente nel 1950. Riuscendo a conquistare 11 nomination agli Oscar e portando a casa ben 3 nomination, il film diretto da Billy Wilder, ritrova tra i protagonisti William Holden, Gloria Swanson, Erich von Stroheim, Nancy Olson, Fred Clark e tanti altri.
Tratto da una sceneggiatura scritta dallo stesso Wilder, la critica e il pubblico dell’epoca definì Viale del Tramonto una denuncia verso le stravaganze e i vizi del mondo patinato dello star system di Hollywood, che si può riassumere in una sola parola: divismo. Rispetto al film Qualcuno volò sul nido del cuculo, trattato la settimana scorsa, nella classifica stilata dall’ American Film Institute nel 2008, è sceso al 16° posto, tra i migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. La particolarità del film, che destò molta curiosità anche tra i non addetti ai lavori, fu la decisione di far narrare la vicenda da un uomo ormai morto. Si tratta di Joe Gillis, giovane soggettista di Hollywood, il quale fu ritrovato annegato nella piscina di una villa sul Sunset Boulevard, a Los Angeles. La decisione di far parlare proprio lui fu giustificata come una licenza poetica, per rendere omaggio al cinema del passato in maniera più veritiera.
La vita di Gillis, in fuga da alcuni creditori che volevano fargli la pelle per questione di soldi, cambia radicalmente quando per una serie di strane circostanze incontra l’ex diva Norma Desmond. Quest’ultima decide di far visionare un copione al giovane Gillis, per farlo rimanere nella sua villa di lusso. Sfortunatamente, quando si è così vicini in campo lavorativo, si corre il rischio di mischiare il lavoro con la vita privata, soprattutto per loro che condividono lo stesso tetto. Ed è proprio questo che accade alla Desmond, la quale finisce per innamorarsi del giovane che però la rifiuta, perchè non corrisponde i suoi sentimenti. Durante una festa di Capodanno, la Desmond ancora turbata dal rifiuto, colpisce Gillis e scappa dalla villa. Dopo tutte queste peripezie il giovane ad un passo dall’abbandonare la villa, viene a conoscenza del tentato suicidio della diva, decidendo di tornare da lei e promettendole che non la lascerà. Tutto andrebbe alla grande, se non fosse per la doppia vita che il soggettista, aveva iniziato a vivere. Il giorno lo trascorreva con la ex diva, mentre la sera si rifugiava negli studios della Paramount con Betty, con la quale stava scrivendo il soggetto del film. Quando la ragazza, gli chiederà di sposarlo, Joe fuggirà via senza neanche darle una risposta. A questo punto, per vendetta, le due donne ferite dallo stesso uomo, decidono di reagire in maniera diversa. Fino al gesto estremo che vede Norma Desmond, impugnare una pistola e sparare tre colpi, uccidendo il giovane Joe Gillis e facendolo cadere nella piscina, nello stesso modo con il quale si apre il film. Sarà merito di questo omicidio se nel mondo dello spettacolo, la diva tornerà a far parlare di se. Finalmente era riuscita a tornare alle luci della ribaltà, scendendo le scale della sua villa come una femme fatale, circondata dai reporter, giunti per capire qualcosa di più riguardo la morte del giovane Gillis. Emblematica l’ultima battuta della Desmond, che chiude il film:
« – Siete Norma Desmond, sì!, la famosa attrice del muto. Eravate grande!
– Io sono sempre grande, è il cinema che è diventato piccolo! »
Naturalmente il film provocò molto malcontento nel mondo di Hollywood, visto il modo con il quale venne sottolineato il modo di fare degli attori, non visti come semplici persone dedite all’amore per la recitazione, ma come vere e proprie dive e celebrità. A parte questa fredda accoglienza da parte dello showbiz degli anni ’50, ormai di poco conto, oltre a vincere il premio Oscar come miglior sceneggiatura originale, come miglior colonna sonora e come miglior scenografia, è riuscito a rimanere saldamente nella storia del cinema e nel cuore del pubblico.