“Se una commedia ti diverte ridi. Se un horror ti spaventa urli. È appagante per un regista quando i suoi film raggiungono l’obiettivo”. Dal 2004 a oggi il regista e sceneggiatore malese James Wan ha realizzato Saw, Insidious e L’evocazione – The Conjuring; capolavori del genere che lo hanno lanciato tra i nuovi maestri del cinema horror. Il suo tocco, unico e riconoscibile, ha ridefinito le regole della paura. I suoi film ci spaventano, ma perché? Una storia a effetto, un cast internazionale e una major non sono più sufficienti a inquietare il pubblico mondiale; basti pensare allo stesso Insidious 3 che, senza il suo tocco, ci ha procurato più sbadigli che urli. A terrorizzare non è la trama, gli effetti speciali o il Babau di turno ma proprio James Wan e il suo cinema dell’incubo. Prima di spaventarci ulteriormente con The Conjuring – Il caso Enfield il prossimo 23 Giugno, ecco le 5 ragioni fondamentali per le quali gli horror di James Wan ci lasciano un brivido lungo la schiena:
1. Tra realtà e immedesimazione
“Tutti viviamo in una casa e abbiamo una famiglia da proteggere. L’idea che qualcosa possa invadere il nostro spazio privato ci fa molta paura”. Nonostante racconti storie di mostri, fantasmi e spiriti demoniaci, il cinema di James Wan è connaturato da un forte legame con la realtà. Al centro di Insidious c’è prima di tutto la famiglia dei Lambert, unita dal passato oscuro e dalla lotta contro le presenze che si nascondono nel buio. Una sfumatura che ritroviamo anche nel sottovalutato Death Sentence che vede Kevin Bacon nei panni di un padre disposto a perdere qualsiasi tipo di umanità per vendicare il figlio, ucciso da una banda di criminali. L’evocazione, nella caratterizzazione dei coniugi Warren, crea un legame con lo spettatore, un affezione in cui la vittima di turno è molto più di semplice carne da macello per il serial killer di turno. L’attenzione nello sviluppo delle pedine che compongono la scacchiera di Wan permette all’autore di giocare con le paure consce (e non) dello spettatore. Se i personaggi sono simili a noi, non potrebbe accaderci la stessa cosa?
2. L’imprevedibilità del terrore
L’effetto sorpresa è il punto di forza di James Wan, un autore che costruisce ingranaggi perfetti che funzionano dal primo all’ultimo minuto. Lo spavento deriva dalla meccanica dei suoi film, costruita per far balzare lo spettatore sulla sedia quando meno se lo aspetta. Il segreto consiste nel ritardare di qualche secondo il momento topico; ne è un esempio la terrificante sequenza di Insidious in cui compare, alle spalle di Josh Lambert (Patrick Wilson), il demone rosso. La paura deriva dal costante stato di tensione: la scena inizia nel più soft dei modi ma, non appena abbassiamo le difese, ci regala il peggiore dei nostri incubi. L’imprevedibilità del terrore è il motivo principale per cui gli horror di Wan ci spaventano. Tutto può succedere, sempre e comunque…
3. Spiriti, demoni e fantocci
Wan
, omaggiando l’horror classico, utilizza il make-up a effetto per caratterizzare le inquietanti creature dei suoi film. Partendo da Billy, il terrificante pupazzo da ventriloquo di Dead Silence e continuando con il fantoccio di Saw, l’horror targato Wan spaventa senza abusare di CGI; una peculiarità che caratterizza anche Insidious dove l’inquietante donna col velo e il mostruoso demone rosso sono delle semplici comparse truccate per spaventarci a dovere. La passione per le bambole torna ne L’evocazione dove fa la sua prima comparsa Annabelle, protagonista dell’omonimo spin-off della saga di The Conjuring. E non è tutto! Nel sequel della pellicola con Vera Farmiga e Patrick Wilson arriva un nuovo mostro dell’universo di Wan, la Suora. Non vi anticipiamo come e perché infesterà le vite di Ed (Patrick Wilson) e Lorraine Warren (Vera Farmiga) ma vi assicuriamo che, in attesa di rivederla nell’ennesimo spin-off del franchise, renderà i vostri sogni dei terrificanti incubi senza fine.
4. Il suono della paura
“In uno studio si è scoperto che il pubblico, quando è spaventato, tende a tapparsi le orecchie, anziché chiudere gli occhi. Per questo il sonoro, specialmente nei film a basso budget, è estremamente importante”. La paura nei film di James Wan è costruita sulla maniacale cura del suono che, attraverso rumori improvvisi, battiti di mani e giocattoli impazziti, coglie alla sprovvista lo spettatore. Ecco perché una parte fondamentale della filmografia del regista di Saw è proprio la mente che si nasconde dietro il demone rosso di Insidious: Joseph Bishara che, tolto il make-up, è il compositore di Insidious, L’evocazione e Annabelle. La musica accompagna le immagini di un autore che sa quali meccanismi utilizzare per spaventare il pubblico in sala. Un urlo, un rumore improvviso, un semplice scricchiolio creato dal team Bishara/Wan sono più che sufficienti per terrorizzarci a dovere.
5. Un finale a effetto
“Un film horror funziona meglio se non finisce benissimo, perché l’idea è quella che il pubblico lasci la sala avvertendo l’impatto del film, e il finale è ciò che rimane di più”. Come dimenticare l’iconico epilogo del primo Saw? Il finale nel cinema di Wan è parte integrante di un meccanismo sviluppato per lasciare un brivido prima dei titoli di coda. Il terrore nasce sia dalle inquietanti conclusioni dei primi due capitoli di Insidious, in cui l’espressione sul volto di Renai Lambert (Rose Byrne) ed Elise Rainier (Lin Shaye) accappona la pelle, sia dall’inaspettato happy ending de L’evocazione che lascia un senso di confusione e smarrimento. In un panorama cinematografico dominato da sequel e reboot è affascinante ritrovare in un regista la capacità di innovare l’horror. L’unica speranza è che l’imminente salto nell’universo DC con Aquaman non sottragga al cinema di genere James Wan; un maestro dell’incubo che sa come regalare un piacevole e unico desiderio di terrore.