Stanley Tucci è uno dei migliori attori della sua generazione ed inspiegabilmente anche uno dei meno celebrati. Se il grande pubblico lo conosce principalmente per i suoi ruoli in Hunger Games o in Captain America – Il primo Vendicatore, i cinefili più incalliti lo ricorderanno sicuramente per la sua formidabile interpretazione in Amabili Resti, che gli valse una candidatura agli Oscar. Ma Tucci, come tutti i grandi caratteristi, ha spesso brillato grazie a ruoli minuscoli resi memorabili solo grazie alla sua bravura. Presto lo rivedremo al cinema in Moonfall, il nuovo disaster movie di Roland Emmerich in uscita nel 2021.
Stanley Tucci | le doti da caratterista
Stanley Tucci è stato spesso in grado di trasformare ruoli apparentemente marginali in grandi interpretazioni rimaste impresse nella memoria degli spettatori. Un esempio concreto? Il suo personaggio nella serie The Hunger Games. Quando il regista Gary Ross (amico di vecchia data di Tucci) gli offrì un ruolo nel suo adattamento cinematografico del romanzo di Suzanne Collins, l’attore non aveva ancora mai sentito parlare del libro. Nonostante ciò, il suo contributo è stato determinante nello sviluppo del look di Caesar Flickerman. Se i capelli viola, per esempio, erano una idea dell’autrice originale, Tucci ha suggerito di dare a Flickerman una carnagione scura quasi disumana (per l’abbronzatura) ed una dentatura chiaramente artificiale che da sola è in grado di spiegare benissimo la vanità del personaggio e la sua relazione con le telecamere.
L’esperienza da regista
Particolarmente interessante per gli amanti del lavoro da attore di Stanley Tucci, è il suo recente film da regista The Final Portrait. Guardandolo, ci si rende immediatamente conto di quanto ci sia nella messa in scena del gigantesco mestiere di quest’attore. Caratterista quasi sempre presente in un pugno di scene a film, ma sempre memorabile, Tucci ha affinato nel corso della sua filmografia una capacità magistrale nel dare vita in una manciata di minuti a personaggi complessi ed affascinanti. Tucci è infatti in grado di animare scene da solo senza il bisogno di avere un background, è capace con pochissimi gesti di concentrare e sintetizzare ciò che altri riescono a fare solo lungo tutto un film. Anche The Final Portrait è per questo un film di piccoli gesti e dettagli.
Non solo cinema
Stanley Tucci ha iniziato la sua carriera dietro la macchina da presa nel 1996 come co-regista e co-sceneggiatore di Big Night, a proposito di due fratelli che lottavano per salvare il loro ristorante italiano nel New Jersey degli anni ’50. Il film, trattando di un’azienda appesa ad un filo, metteva in scena una fantasia che più tardi sarebbe diventata realtà. Negli anni 2000, infatti, Stanley Tucci ha contribuito a sviluppare la Finch Tavern, ristorante specializzato nella cucina italiana a Croton Falls, New York. Il locale è oggi chiuso, ma, come rivelato dallo stesso Tucci, il sogno è ancora quello di rientrare nel mondo della ristorazione. Nonostante ciò, il regista e attore americano ha avuto modo di far conoscere al mondo la propria abilità in cucina attraverso due libri di ricette. Nel 2012, Simon & Schuster ha pubblicato The Tucci Cookbook, contenente oltre 200 ricette di cucina italiana che la famiglia Tucci ha tramandato di generazione in generazione.