La cinquantaquattresima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia si è appena conclusa, il 27 novembre scorso. ILLUMInazioni aveva aperto i battenti il 4 giugno, sotto la direzione della storica dell’arte e critica Bice Curiger, e ora, a manifestazione conclusa, si guarda entusiasti ai numeri. Anche questa edizione della Biennale ha toccato cifre record in termini di presenze, totalizzando ben il 18% in più di visitatori rispetto all’anno 2009. 440.000 i biglietti staccati per l’evento a fronte dei 375.000 dell’edizione del 2009: certo, i dati sono più che soddisfacenti. Rispetto al 2009, inoltre, sono aumentati anche i Paesi partecipanti, dai 77 di due anni fa agli 89 di quest’anno. Tirando le somme, la Biennale, in questa edizione, ha annoverato 37 eventi collaterali, promossi da enti e istituzioni internazionali; ha visto la partecipazione di 4 nazioni che si sono affacciate a questa manifestazione per la prima volta, mentre sono stati 7 i Paesi tornati dopo una lunga assenza; ben 83 gli artisti che hanno dato corpo all’Esposizione Internazionale, e per 62 di questi era la prima esperienza all’evento veneziano. Altro dato significativo è il più 20% rispetto al 2009 dei giornalisti accreditati, che ha portato nella città lagunare 4.554 penne pronte a recensire. Certo è che la Biennale di Venezia chiude con risultati assolutamente positivi, visto che ha raggiunto il primo posto, nelle venticinque settimane di apertura, tra le esposizioni nazionali con più visite, raggiungendo, in media, circa 2.850 visitatori al giorno, arrivando addirittura a 12.420 visite nell’ultimo weekend di ottobre. È interessante, peraltro, osservare che i giovani e gli studenti che sono accorsi alla Biennale sono il 31% del totale: un dato confortante che sottolinea la voglia da parte dei ragazzi di osservare, capire, comprendere l’arte contemporanea, in una esposizione che ha dedicato ampio spazio soprattutto alla video arte e alle installazioni, scalzando la pittura e la scultura dal primato sempre tributatogli.
Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, ha affermato: “Si ferma temporaneamente quella che abbiamo chiamato la grande macchina del vento che è in attesa di riprendere a funzionare tra due anni scuotendo di nuovo la foresta, scoprendo verità nascoste, dando forza e luce a nuovi virgulti, e ponendo in una diversa prospettiva i rami conosciuti e i tronchi antichi. Il mondo si aspetta da noi la rappresentazione delle nuove idee, dei pensieri e dei drammi che gli artisti sanno trasformare in materia sensibile. La mostra di Bice Curiger ha evidenziato le ironie e le inquietudini del tempo presente così come vissute dagli artisti con la loro energia creativa permanente. Bice ha fatto un eccellente lavoro che è stato coronato da un grande successo!”. Ebbene sì. Un successo che parla il linguaggio dei numeri.