Il backstage dell’Ariston regala sempre grandi soddisfazioni. Nelle ultime ore è emerso un video in cui i Cugini di Campagna commentano Blanco mentre distrugge il palco in diretta. Ecco cosa hanno detto.
Di questo festival ricorderemo i vestiti, stupendi di Chiara Ferragni, l’esibizione unica di Giorgia ed Elisa e il palco sfasciato da parte di Blanco. Ieri è stato pubblicato dalla Rai un video in cui, dal backstage, i Cugini di Campagna, prossimi all’esibizione dopo Blanco, commentano l’esibizione de “L’Isole delle Rose”.
Riccardo Fabbriconi, vero nome di Blanco, ha avuto seri problemi di audio e, in una frustrazione, ha deciso di distruggere tutta la scenografia del palco, composta da rose e prato.
IL BLANCO GATE VISTO DAI CUGINI DI CAMPAGNA 💀💀💀 #Dietrofestival #Sanremo2023 pic.twitter.com/Jw8VCX8TOe
— venere di twitta 💐 (@aleferaz) February 12, 2023
“Questo è pazzo!”
Nel video, diventato subito virale, si vedono alcuni cantanti e alcuni membri dello staff mentre guardavano Blanco distruggere il palco.
Nick dei Cugini di Campagna ha detto: “Ragazzi non gli è partito l’audio!“. Qualcuno ha anche continuato: “Probabilmente la cuffia è rotta. Sì, il suo fonico salendo ha detto che probabilmente la cuffia si è rotta“.
Nick, con gli occhi incollati sulla tv, ha subito esclamato: “Oh ma che sta a fa? Guardate, ma gli è partito l’audio e adesso sta a sfascià tutto! Ma questo è pazzo!“. Tiziano Leonardi, pianista della band, ha subito continuato, preoccupato: “E adesso scivoliamo!“. Per fortuna, tutto è andato per il meglio.
Le scuse di Blanco: “Chiedo scusa alla città dei fiori”
Poche ore dopo il misfatto sono arrivate le scuse di Blanco sul suo profilo Instagram. Nel post compare un taccuino in cui c’è una canzone scritta alle 4:30 del mattino, dal titolo “Ariston”, scritta a mano. La canzone descrive tutto ciò che è accaduto, definendo se stesso come “un bimbo” che non ha saputo dire grazie a quel palco che, qualche mese prima gli ha insegnato a correre, dopo il successo di Brividi e dove, quest’anno, si è rotto la faccia. Nel copy, una ammissione di colpe: chiedo scusa alla città dei fiori.
“Cadono fiori, Ariston, si spezzano fiori, Ariston e cala il sipario, Ariston. Ti ho messo in lacrime come la mia mamma, Ariston. Mi hai visto fragile come un bimbo. E qui, proprio qui, dove mi hai insegnato a correre, oggi sono caduto. Mi sono rotto la faccia e piango, Ariston. Ma poi… rido, rido, rido, rido, rido e grido. Perché io non sono perfetto come mi volevi. Ma finalmente sono me stesso. Ti voglio bene Ariston, con tutta la mia follia, Ariston. Blanco”.