A Dangerous Method, la recensione

Finalmente è stato presentato a pubblico e critica della 68 edizione della Mostra del Cinema di Venezia A Dangerous Method, nuovo film del controverso e leggendario David Cronenberg. Il film, interpretato da Michael Fassbender, Viggo Mortensen, Keira Knightley e Vincent Cassel, racconta la storia della disputa di pensiero tra Freud e Jung, originata dalle diverse posizioni dei due autori sulla psicoanalisi. Mentre Jung, interpretato brillantemente dal lanciatissimo Michael Fassbender, si presenta come uno psichiatra a favore di una posizione più moderata nei confronti del paziente, originata da una fede incondizionata nei confronti del cambiamento umano, Freud (Viggo Mortensen) appare come un personaggio molto più radicale, sulla base della consapevolezza che il cambiamento umano è cosa assai rara e difficile nella pratica della vita reale. A complicare la relazione tra il maestro Freud e il mentore Jung vi è l’arrivo della paziente Sabina Spielrein (Keira Knightley), una ragazza colta affetta da una grave forma di schizofrenia in cura presso Jung. Jung decide di applicare alla ragazza il trattamento sperimentale di Freud conosciuto come psicanalisi o “terapia delle parole” che mostra discreti risultati sulla giovane donna, portandola a divenire una sorta di assistente dello psichiatra.

Una delle teorie più importanti di Freud è proprio quella che associa strettamente la sessualità ai disordini di carattere emotivo, una teoria perfettamente confermata nel personaggio di Sabina, una ragazza che riesce a provare piacere e desiderio sessuale solo in situazioni di grande umiliazione. Jung, cercando di aiutare la ragazza a superare i traumi del passato finisce per innamorarsene, andando a infrangere una delle regole primarie nel rapporto medico/paziente. Spinto dal collega psichiatra Otto Gross (Vincent Cassel) a vivere la vita in modo più intenso, senza freni inibitori, Jung decide di lasciarsi andare totalmente ad una storia passionale con Sabina, finendo col provare un forte senso di colpa nei confronti della ricca moglie, perennemente incinta e dal temperamento poco vitale. Il dolore e il senso di colpa di Jung lo spingeranno a chiudere bruscamente la storia con Sabina, finendo col negare a Freud l’evidenza della relazione con la paziente, evento che porterà il maestro a ridimensionare l’integrità professionale e la credibilità del suo allievo. Oltre alla grande differenza di pensiero tra i due autori sulla teoria della psiche, basata in Freud sulla sessualità e in Jung sul misticismo, la relazione con Sabina finirà con il causare l’inevitabile rottura tra i due.

A Dangerous Method si presenta come un buon film, costruito bene, scritto discretamente e recitato con grande professionalità da un cast di grande livello qualitativo. L’unica pecca di questa nuova pellicola di Cronenberg è la totale assenza dello spirito originale del regista, qui all’opera in modalità pilota automatico; Cronenberg, essendo un regista visionario di grande livello, appare fuori luogo in un film storico che di fantasia e originalità non ha proprio nulla. Non si riesce ad intuire bene la motivazione che  ha spinto il regista a dirigere questo film così lontano dai suoi schemi originali. Privo quasi del tutto di musica e supportato da dialoghi fortemente tecnici e poco godibili da persone non laureate in psichiatria, A Dangerous Method si pone nei confronti dello spettatore come un film piatto e ripetitivo, pesante in ogni singolo minuto della proiezione. Caratterizzato da un montaggio assente che presenta una scena dopo l’altra senza un minimo di transizioni, il film scorre in modo estremamente lento, portando lo spettatore ad una sensazione di forte noia.

Le interpretazioni degli attori sono state tutte eccellenti, prima tra tutte Vincent Cassel, protagonista della parte più interessante del film; Fassbender e Mortensen, interpretando due personaggi storici si sono attenuti semplicemente ad avere una fisionomia più possibile simile ai due psichiatri, senza eccedere mai in una recitazione stereotipata o fuori luogo; un tantino più debole Keira Knightley (qui alla prova con un personaggio veramente difficile da interpretare) che pur essendo complessivamente convincente, in alcune parti del film, in particolare la parte iniziale, è scaduta un po’ nell’involontariamente comico. In conclusione A Dangerous Method è un buon film perché non presenta grandi pecche registiche ed è recitato bene, però allo stesso tempo non convince, non emoziona, non turba lo spettatore. Il rischio che si corre vedendo un film come A Dangerous Method è di non riuscire bene a comprendere che cosa si è visto e per quale motivo una produzione hollywoodiana abbia deciso di realizzarlo. A Dangerous Method è il classico film diretto in modo discreto che se non fosse esistito nessuno avrebbe sentito il bisogno di vederlo.

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