Siamo alla fine del 1971 e John Lennon e Yoko Ono si sono trasferiti in un appartamento nel Greenwich Village a New York City. Il documentario di Kevin Macdonald parte dal concerto di beneficenza denominato One to One che si è rivelato essere l’ultimo spettacolo dal vivo dell’ex membro dei Beatles.
Realizzato in collaborazione con Lennon Estate, One To One è incentrato su un determinato periodo turbolento della storia americana in cui la coppia di artisti si è inserita. Fervidi attivisti, i due portavano avanti la loro musica ma anche le loro idee di rivoluzione e libertà che spesso davano fastidio al governo e a una determinata politica.
Macdonald ipotizza che Lennon e Ono si sintonizzassero sui tempi tramite un televisore nel loro appartamento, sbalorditi dalle possibilità delle notizie multicanale.
Il documentario One to One a Venezia 81
Esattamente un anno dopo il documentario su John Galiano, il regista porta a Venezia 81 One To One, conquistando lo spettatore attraverso un racconto ricco di materiale di repertorio, filmati familiari inediti, registrazioni di telefonate personali, interviste ed estratti di concerti affollati.
Il grande lavoro di ricerca si nota chiaramente e il lavoro di montaggio è perfetto, costruendo un viaggio umano, sociale e storico di grande interesse per tutti. Macdonald e il co-regista/montatore Sam Rice-Edwards hanno assemblato 100 minuti frenetici che si sommano a un’impressione che non colpisce mai nel segno.
Sebbene sia un’impresa notevole, in particolare dal punto di vista del montaggio, c’è anche qualcosa di simile a un laboratorio nel saccheggiare l’archivio da lontano e imporre una struttura così artificiale. C’è anche una preoccupante questione di indipendenza.
L’America di Nixon, l’orrore del Vietnam e voglia di libertà
Le registrazioni di messaggi vocali e programmi tv con un John e Yoko palesemente più felici e rilassati vengono utilizzati come strumento di navigazione per i turbolenti Stati Uniti d’America, mentre Nixon si candida per il suo secondo mandato e le proteste contro la guerra e il razzismo continuano. Lennon e Ono erano incredibilmente sinceri nel loro attivismo, ma non molto mirati.
Il regista ricrea l’interno del piccolo appartamento al 105 di Bank Street e il televisore che ronza Allen Ginsberg, il loquace Jerry Rubin, l’ossessivo AJ Weberman, le pubblicità rosa della Chevrolet e ogni conduttore di talk show dei primi anni 70. Questo film ritmato e psichedelico rientra molto nelle competenze di Macdonald. I ritmi sono intenzionalmente stridenti, per rispecchiare le energie frenetiche del 1971-73. Non c’è un’ambientazione o una cronologia particolare.
Il concerto One To One al Madison Square Garden è solo una parte di un fermento che include Nixon e le riprese sanguinose dei feriti in Vietnam; le morti nella prigione di Stato di Attica e la campagna per liberare John Sinclair; AJ Weberman che rovista nei bidoni della spazzatura di Bob Dylan; due canzoni a gola spiegata di Yoko Ono, per intero; e una gag ricorrente sulle mosche. Macdonald è un regista prolifico e affermato. One To One è interessante, provocatorio e adatto al grande pubblico.