Al Biografilm Pussy Riot – A Punk Prayer

Il Concorso Internazionale del Biografilm festival si tinge di rosa con Pussy Riot – A Punk Prayer, il documentario diretto da Mike Lerner e Maxim Pozdorovkin, che racconta lo stravagante caso di attivismo politico che ha sconvolto la Russia nel Febbraio del 2012.

photos_2012_08_9ad83fa411ff5df1Alcune ragazze, mosse da una forte ideologia e con una grande sete di giustizia e verità, decidono di riunirsi per formare una band musicale punk. Dalle prove in qualche garage o scantinato, le loro performance arrivano al pubblico, con esibizioni nei luoghi più disparati, dalla Piazza Rossa ai tetti della prigione, in metropolitana etc… Ma il 21 Febbraio le cosiddette Pussy Riot invadono uno dei luoghi più sacri di Mosca, la Cattedrale di Cristo Salvatore, suonando e cantando le loro canzoni ricche di collera e politica contro il leader Vladimir Putin. L’episodio diventa un vero e proprio caso politico e sociale che coinvolge migliaia di persone in tutto il mondo, soprattutto con l’arresto delle tre ragazze Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alyokhina e Yekaterina Samutsevich, ritenute le vere responsabili dell’accaduto che quel giorno erano sull’altare ortodosso con le chitarre e i microfoni a fare la loro protesta.

pussy-riot-a-punk-prayerIl documentario si apre con una citazione che afferma che l’arte non deve essere specchio della realtà, ma un martello per darle forma e, le Pussy Riot infatti hanno sempre sostenuto di essere un gruppo di attiviste politiche che esprimono semplicemente i propri punti di vista, realizzando forme di arte contemporanea. L’arte e la libertà di espressione non sono oggetto di censura o pena di morte, ma le loro esibizioni hanno colpito le persone sbagliate, vertici del Governo e soprattutto gli ortodossi, rigidi nella loro fede e dottrina. In Russia mettersi nel bel mezzo della questione religiosa in maniera troppo diretta, è senza dubbio molto pericoloso e le Pussy Riot ne sono un simbolo perfetto. Sono state arrestate, ma sono riuscite ad attirare l’attenzione sulle falle di un sistema che teme la verità e hanno ritrovato il consenso in tutto il mondo, con tanti sostenitori che sono scesi in strada, hanno creato collettivi sul web e nelle varie città, persino Madonna in uno dei suoi ultimi concerti ha dedicato al gruppo femminista una canzone mostrando, a fine esibizione, il nome Pussy Riot tatuato sulla schiena. Questo documentario espone l’accaduto, valuta le varie parti e ascolta le giustificazione e le convinzioni sia dell’accusa che della difesa, senza schierarsi apertamente ma mostrando i punti deboli e le cause che hanno fatto vacillare un paese così rigido e critico, per cui sono bastate poche ragazze con passa montagna colorati a destabilizzare le fondamenta sociali e politiche. Con interviste dirette alle protagoniste, ai loro genitori e alle varie persone coinvolte, alternate a filmati di repertorio e video delle performance più rilevanti del movimento femminista musicale, Lerner e Pozdorovkin realizzano un perfetto quadro di questo fatto storico – politico che ha creato sgomento ma ha scosso irrimediabilmente molte persone intorno al mondo, ponendo i riflettori sulla Russia e la sua situazione interna.