Alla 999 CONTEMPORARY il critico è il pubblico

Attraverso l’arte noi esprimiamo la nostra concezione di ciò che la natura non è. L’arte è una bugia che ci fa realizzare la verità. L’arte non è l’applicazione di un canone di bellezza ma ciò che l’istinto e il cervello elabora dietro”. È interessante partire da questa affermazione di Pablo Picasso, genio del Novecento, per riflettere su quale operazione si sviluppi attraverso l’arte e attraverso la percezione dell’opera stessa.

La 999 CONTEMPORARY ha deciso di sperimentare e di andare oltre i soliti schemi tradizionali. Il meccanismo è semplice: dare le chiavi della galleria in mano a dei giovani curatori sotto i venticinque anni che esporranno gli artisti di loro gradimento e senza “interferenze”  da parte dei galleristi. Ma a rompere ulteriormente le regole sarà proprio il pubblico che indosserà le insolite vesti di critico. D’altra parte è proprio al fruitore che si rivolge l’artista quando concepisce la sua opera. Quindi, i visitatori, armati di post it da attaccare alle pareti, potranno lasciare i loro commenti relativi alle opere selezionate dai curatori, i quali verranno poi raccolti nel catalogo dell’intero ciclo di Massa critica che sarà pubblicato a fine stagione. Dal 25 febbraio, alle ore 18, si partirà con Massa critica – Il critico sei tu e, per questa prima prova, i giovani curatori hanno scelto di esporre le opere di due giovani artiste italiane. Elisa Anfuso, giovane catanese, crea opere capaci di trasportare l’osservatore in una dimensione parallela, eterea, visionaria tale da suggerire che quel che si sta vedendo sia il mondo reale e non un mondo fittizio. Rita Tagliaferri, invece, è autrice di tele che vivono a metà strada tra il materiale e l’immateriale, mostrando la scena rappresentata con atmosfere più cupe fatte di una costante ricerca spirituale. Dunque, per una volta, saranno i visitatori a prendere in mano la penna e a decidere cosa scrivere dell’arte contemporanea. Infondo, così dovrebbe essere: è il pubblico che elegge i suoi preferiti, nella musica, nel cinema, nel teatro e anche nell’arte.