Presentate oggi alla stampa in anteprima mondiale le prime due puntate della seconda stagione de L’Amica geniale – tratta dal secondo volume dell’omonima quadrilogia di Elena Ferrante – intitolata Storia del nuovo cognome. Alla conferenza stampa di presentazione presenti le attrici protagoniste Margherita Mazzucco e Gaia Garace, i produttori e i delegati RAI, la sceneggiatrice Laura Paolucci, lo scrittore e sceneggiatore della serie Francesco Piccolo, lo sceneggiatore e regista Saverio Costanzo e la regista del 4° e 5° episodio Alice Rohrwacher.
La serie evento, alla sua seconda stagione e reduce dall’enorme successo internazionale di pubblico e critica della prima stagione, andrà in onda a partire dal 10 febbraio e avrà una durata di 8 episodi. Saverio Costanzo è ancora una volta alla regia ma cede il testimone ad Alice Rohrwacher per gli episodi quarto e quinto, ovvero le due puntate ambientate a Ischia. Queste prime due puntate presentate oggi verranno anche distribuite in 300 copie da Nexo Digital al cinema nei giorni 27, 28, e 29 gennaio. Produttori, registi e attrici ci hanno detto la loro su questa grande esperienza di produzione di serialità.
E. Andreatta (direttore RAI fiction): “L’amica geniale per acclamazione di pubblico e critica rappresenta un po’ una svolta per lafiction della RAI, ma in generale anche per la fiction italiana. La prima serie ha ottenuto 7 milioni di media di spettatori con 30% share. Si tratta di una sfida complessa quella di portare un linguaggio sofisticato e una storia ricca e stratificata – tanto nel linguaggio quanto nel modo di racconto – sulla rete generalista. Questo rappresenta anche il frutto maturo del processo di internazionalizzazione compiuto dalla RAI, e il connubio tra RAI e un gigante della grande produzione americana di serie di qualità come HBO. Risultato di un lavoro di grande cura, di sviluppo e realizzazione. In questa seconda serie il Rione si amplia alla città, a Napoli, e alla Costiera Amalfitana poi Ischia e poi ancora Pisa. Una serie che da una parte prosegue e dall’altra rilancia quello che è il racconto della Ferrante. Qui esploriamo nuovi temi e nuovi sentimenti: ci sono le grandi passioni e la scoperta della sessualità, la scoperta del corpo, la follia dell’amore ma anche la durezza dei rapporti famigliari. Si apre anche una tematica nuova di carattere politico che è quella della contesa di classe, relativa agli anni ’60, ovvero gli anni delle grandi possibilità. Da una parte c’è Elena che tramite la cultura può accedere a un ambiente diverso, e dall’altra parte chi nel Rione rimane indietro, ai margini. Quindi una serie molto importante per i temi che tratta, ma anche un grande racconto popolare. Costanzo è riuscito a tirar fuori da queste due attrici una grande complessità di sentimenti, equi abbiamo anche la ricchezza di una voce in più (quella di Alice) che si aggiunge a quella di Saverio”.
Stefano Coletta (neo direttore RAI1): “ho cambiato solo classe in realtà, e mi sento fortunato perché quale migliore battesimo per me quello di iniziare questo incarico con questa produzione straordinaria. Svelo che anche io sono stato un lettore vorace di Elena Ferrante e quando l’anno scorso ho visto a Venezia la prima serie di Saverio Costanzo devo dire che ho pensato che questa è la RAI che mi piace. Se il mio passaggio a RAI 1 avrà un senso, sarà quello di portare nel racconto popolare la maggiore qualità possibile, e questa è la prova che questo è possibile. Credo che già la prima serie lo abbia dimostrato ampiamente e sono curioso di vedere la trasposizione di questa seconda stagione in quanto l’adolescenza (la base di questo secondo libro) è un tema che mette insieme tutti, e può inglobare una davvero ampia. È l’età in cui si snidano le contraddizioni personali e nei rapporti, si sperimenta il tradimento, la passione irrefrenabile. Sono curioso di guardarlo e sono sicuro che sarà un successo perché RAI Fiction, insieme a Procacci e a Mieli, sono veramente sinonimo di qualità. Voglio poi complimentarmi con Francesco Piccolo, di cui ho letto e adorato La separazione del maschio, e con Saverio Costanzo, perché già nella prima serie ho visto una grande accuratezza e fedeltà alla scrittura, che è una scrittura che rapisce e che ha un grandissimo tirante, ma anche grandi contraddizioni al suo interno“.
L. Mieli: “Credo che con Domenico Procacci e con RAI fiction siamo riusciti a fare una cosa che io fino a oggi da produttore non ero mai riuscito a fare. Come dice l’Andreatta, questo è un grandissimo kolossal televisivo sotto tutti i punti di vista (budget, impegno, scala di numeri). Credo che però il raggiungimento più grande sia stato quello di fare un importante racconto popolare con un regista-autore come Saverio Costanzo, che ha fatto un grande lavoro cinematografico, e lo stesso dicasi per Alice. Si è riusciti a fare una cosa che non avevo mai visto: due grandi registi di cinema d’autore italiano e internazionale che lavorano insieme a una grande produzione cinematografica e televisiva“.
D. Procacci: L’amica geniale è un po’ quadratura del cerchio, in termini di grande qualità e grandi risultati.
S. Costanzo (sceneggiatore e regista): “L’amica geniale è un insieme di cose. Qui ci troviamo di fronte a una stagione molto diversa dalla prima perché se è vero che se negli anni’50 l’azione era autentica di quegli anni, le persone che ancora dovevano capire bene dov’erano, qui adesso poco alla volta si apre l’orizzonte e la drammaturgia della Ferrante accelera gli scambi con il mondo esterno e tra le due protagoniste. Di conseguenza l’aspetto filmico evolve anche con la storia italiana. Se la prima stagione in un certo senso era più “neorealista”, più posata e didascalica, questa seconda stagione si permette un’evoluzione anche cinematografica. Trovo che la presenza di Alice sia un vero regalo per noi, perché è un’artista con uno sguardo proprio. Qui c’è una fase della maturità, poi una frattura che è anche anarchia registica, ci sono i primi sussulti di rivoluzione del ’66 e la corsa di gioco sulla spiaggia diventa una corsa politica. E poi infine c’è il ritorno a una forma originaria, ed è tutto uguale e tutto diverso, perché le ragazze sono in qualche modo opposte e si sono scambiate d’abito in un certo senso”.
Alice Rohrwacher (regista): “come ha detto già Saverio, la sua intuizione è stata quella di vedere in questi due episodi un micro romanzo a sé, e questa è la prima rottura importante nella vita di Elena e Lila. Far entrare un altro regista è stata una vera rottura e per loro una grande prova di difficoltà. Io sono subentrata ma questo ha anche aiutato questi due episodi a essere in continuità ma anche portatori di un cambiamento che poi si svilupperà anche dopo. Tutto è venuto dal libro e dalla grande ricchezza del lavoro già impostato da Saverio. Mi sono ritrovata a lavorare in grande libertà, ma sempre al servizio di una storia che rispetto profondamente e di un lavoro che ammiro”.
D: Gaia e Margherita, siete cresciute nei vostri personaggi?
G. Girace: “sì, siamo cresciute molto e maturate anche grazie a tutti gli insegnamenti che ci hanno dato le persone che lavoravano sul set, e ai registi che ci hanno cresciuto. Mi ritrovo certo con alcuni aspetti di Lila come la forza e la determinazione, ma sono sempre io”.
M. Mazzucco: “sì, anche io mi reputo cresciuta molto, ho acquisito una consapevolezza che prima non avevo. Sono cambiata, credo di essere diventata più istintiva e onesta con me stessa. Cerco di esternare di più i miei sentimento, e questo anche grazie a Saverio, che mi ha aiutato e che mi ha fatto fare un corso di mimo, e Alice che mi ha fatto sentire più libera. E credo di essere maturata come matura Elena durante tutta la storia”.
F. Piccolo (sceneggiatore): “chi la letto anche i romanzi successivi lo sa, ma come diceva Saverio prima in questo cammino che fanno tutti i personaggi, Lila e Lenù ma anche tutti gli altri, adesso l’orizzonte si apre anche se in maniera diversa. C’è chi ha accompagnato l’altra ad aprirsi per poi richiudersi. Ma è una specie di lento schiudersi delle vite umane, raccontato dalla Ferrane così come è stato raccontato nei grandi romanzi dell’800. Un grande romanzo di formazione, e una prova di racconto molto affascinante. Nel cinema si tende a sintetizzare, qui pur dovendo sintetizzare tante pagine, nella serie tv c’è la fascinazione del tempo in cui si evolvono i personaggi“.
L. Paolucci (sceneggiatrice): “io vorrei solo soffermarmi su un dato importante che citava prima l’Andreatti. La prima stagione è stata seguita da tantissime ragazze giovani. E in un momento in cui si parla molto della posizione della donna io sono stata davvero contenta di raccontare questa storia perché penso si sia cambiato il punto di vista su cosa è geniale. Geniale è aggettivo che spesso si utilizza per uomini e qui si attribuisce a due ragazze al loro rapporto di amicizia che smargina una nell’altro. E spero che da qui passi l’idea che Elena per emanciparsi studia, per uscire dal Rione studia, e questo credo sia un messaggio davvero importante”.