Dune | cosa ci dice il primo trailer ufficiale sul film di Villeneuve

Come sarà effettivamente il Dune di Villeneuve lo sapremo solo a film finito. Ma il primo trailer ufficiale sembra anticipare qualcosa di ciò che ci aspetterà al cinema. Fino a questo momento avevamo a nostra disposizione solo foto dal set (che ovviamente non avevano i colori del film e che sono servite esclusivamente ad avere una idea dei costumi e del look dei diversi personaggi). Cosa ci dice il primo trailer di Dune sul film che sarà?

Il trailer di Dune | tra passato e futuro

Ciò che immediatamente colpisce del trailer del film è la volontà di Villeneuve di rendere omaggio alle diverse interpretazioni che di Dune, al cinema e non solo, sono state date negli anni, sottolineando gratitudine e rispetto verso chi ha lavorato al progetto prima di lui, ma affermando al contempo una propria cifra stilistica ben riconoscibile. Il trailer sfrutta infatti Eclipse dei Pink Floyd come brano principale, tributo al leggendario Alejandro Jodorowsky e al suo mai realizzato Dune degli anni ’70, che avrebbe dovuto avere proprio i Pink Floyd in colonna sonora.

Il visionario regista cileno, cineasta e psicomago, surrealista che ha sfondato nel cinema grazie a due film impenetrabili come La montagna sacra e El Topo negli anni ’70, fu il primo ad approcciare il libro di Herbert per un adattamento cinematografico. Il suo progetto era così ambizioso che alla fine non partì mai. All’ultimo, infatti, la Warner si tirò indietro considerando la spesa che avrebbe dovuto affrontare. Nel film di Jodorowsky, oltre ai già citati Pink Floyd, sarebbero dovuti essere coinvolti Mick Jagger (come attore), Orson Welles, Salvador Dalì, Syd Mead (scenografo di Blade Runner), Moebius (il fumettista che si sarebbe occupato degli storyboard) e Giger (creatore della celebre creatura di Alien). Ma Jodorowsky, che nel progetto credeva tantissimo, al punto di coinvolgere tutti quei talenti e quei nomi, non aveva nemmeno mai letto i libri. Cosa che invece Villeneuve rende immediatamente chiara dal trailer, da cui si percepisce la conoscenza approfondita della fonte letteraria. 

Il debito verso Lynch

Ma il trailer del nuovo Dune sembra pagare un certo debito anche alla controversa versione di David Lynche del 1984. L’utente di YouTube Matt Skuta, specializzato nel confrontare i remake con gli originali, ha realizzato un video eccezionale per dimostrare la somiglianza di alcune scelte di regia, affiancando il nuovo trailer con alcune scene rimontate tratte dal film di qualche decennio fa. Il risultato di tale raffronto fra le scene di ieri e di oggi è abbastanza eclatante, mostrando quanto la pellicola di Villeneuve sia debitrice del lavoro di Lynch e soprattutto fedele al romanzo di Herbert, ma evidenziando anche i cambiamenti scenografici e fotografici, accompagnati, ovviamente, da un miglioramento straordinario sul fronte degli effetti speciali (cosa che si rende evidente nei momenti finali in cui emergono i terrificanti vermi dalla sabbia del pianeta desertico di Arrakis).

Il progetto del film diretto da David Lynch fu avviato dalla decisa volontà di Dino De Laurentiis, desideroso di imitare il successo di Guerre stellari e soddisfare la voglia di fantascienza del pubblico che aveva amato la creazione di George Lucas. Come era lecito aspettarsi, il film di Lynch fu una follia totale. Costretto a venire incontro alle esigenze delle famiglie, ma contaminato lo stesso dalla terribile forza onirica del suo regista, il risultato fu un film confusissimo e incerto sugli effetti speciali (per nulla paragonabili a quelli messi in campo da Lucas). A brillare, però, era il design e la messa in scena del regista, che dopo quel flop non avrebbe più lavorato ad una grande produzione. 

Un approccio intellettuale

Ma a differenza di Lynch, il regista canadese, al suo decimo film, sembra voler fare di Dune l’opera in grado di sintetizzare la sua filmografia fino a questo momento, di racchiudere la sua poetica e allo stesso tempo superarla, andare oltre se stesso e giovare con trovate visive sui generis (gli scudi rosso-blu) per fondare una nuova concezione estetica del blockbuster. Traspare da ogni immagine del trailer un approccio intellettuale e riflessivo all’opera di Herbert, al suo immaginario e ai temi dei suoi libri (che già contenevano un endorsement femminista molto importante, toccando argomenti quali la tutela dell’ambiente e la schiavitù).