È sempre più raro, in un mercato in cui dominano incontrastati i blockbuster, imbattersi in pellicole di azione che soddisfino le aspettative degli amanti del genere, senza per forza inseguire una serietà velleitaria e non necessaria. Con queste premesse Autobahn poggia le basi su di un’ idea quanto mai semplice: la bella Juliette è malata e necessita di un trapianto di rene, così il suo fidanzato Casey decide di tornare al suo vecchio lavoro di ladro per recuperare i soldi necessari. Ben presto ci si rende conto, però, di come la trama sia solo un pretesto per sfoggiare i muscoli.
Per quanto si cerchi di dare un “senso” alle azioni del protagonista, cercando di sorprendere persino con maldestri colpi di scena, è chiaro infatti che il fascino di questa operazione risiede proprio nel feticismo dei veicoli, che vengono continuamente rubati, distrutti e nuovamente sostituiti. Autobahn non cerca di nascondere il suo lato più ironico e grossolano, e spinge sulla caratterizzazione sopra le righe persino dei personaggi marginali (emblematico il camionista che urina in contenitori di plastica pur di non fermare la sua corsa). Eran Creevy però gestisce questo caos di rombi e sgommate con una maestria non trascurabile, rendendo meno noiosi del previsto lunghissimi inseguimenti potenzialmente estenuanti.
Giocare in serie B con attori fuoriclasse
Il regista americano decide di giocare con orgoglio e convinzione nella serie B delle pellicole di azione, ma lo fa accompagnato da attori abituati a giocare ben altri campionati: dalle giovani stelle Nicholas Hoult e Felicity Jones ai veterani del grande schermo Anthony Hopkins e Ben Kingsley. Il segreto in questo caso sta nel non prendersi troppo sul serio, consapevoli di essere al servizio di un intrattenimento veloce e immediato (ma non per questo meno curato) e perciò liberi di divertirsi (e divertire) senza troppi freni.
E se Hopkins cerca di mantenere anche in questo contesto un aplomb serioso, Kinglsey esagera sapendo di poterselo permettere, mettendo in scena un nevrotico boss della malavita ossessionato dal cinema americano e dalle star di Hollywood. Nonostante ciò, ciascun interprete sembra crederci abbastanza da rendere ogni personaggio coerente con una sceneggiatura che non ha paura di mostrarsi per quelli che sono i suoi intenti.
Il romanticismo nascosto dietro la carrozzeria
Al centro della scena c’è un “eroe” spogliato del suo eroismo: un ragazzo in grado di svicolarsi in un inseguimento a velocità folle, che è anche un giovane innamorato senza un vero futuro davanti a lui. E per questo che sotto la grigia carrozzeria della azione più adrenalinica si nasconde invece una storia di amore fra adolescenti a cui è difficile non volere almeno un po’ di bene.
Autobahn svolge il suo lavoro fino in fondo, accontentando quella fetta di spettatori in cerca di un cinema veloce come le macchine che mette in scena. Ingranata la marcia, poi, si scopre che questa gara infernale per raggiungere il proprio amore nasconde più romanticismo di tanti altri melodrammi baci e lacrime.