Barbie: un’esperienza stimolante anche per chi non sopporta il rosa | Recensione

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Una scena di Barbie - Fonte Foto: Ufficio stampa

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Una scena di Barbie – Foto: Ufficio stampa – Newscinema.it

Dopo la lunga e trepidante attesa, il nuovo lavoro di Greta Gerwig, Barbie, approda nelle sale italiane giovedì 20 luglio 2023. Un vero e proprio fenomeno ne accompagna l’uscita, tra oggetti brandizzati di ogni tipo e un’invasione di rosa senza precedenti.

Barbie: il capolavoro di Greta Gerwig | Recensione
4.3 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

Come dice una delle tante canzoni disseminate qui e lì nel corso della narrazione “il rosa sta bene su tutto”. Ma attenzione: lungi dall’essere un puro e sterile prodotto di intrattenimento, Barbie è un contenitore pieno di spunti e di riflessioni, sul quale sarebbe utile e, perché no, divertente, scriverne un saggio.

La fusione tra le menti (e i cuori) di Greta Gerwig e il compagno Noah Baumbach, co-autori della sceneggiatura, permette di creare un quadro quanto più completo, sfaccettato, onesto, emozionante e vivace si possa immaginare. La fortuna del progetto sta nell’essere finito nelle mani di chi aveva le giuste competenze, sensibilità e acume.

La pellicola contiene al suo interno una serie incredibile di suggestioni, dal femminismo al rapporto madre-figlia, dal patriarcato all’insicurezza, dall’importanza dei sogni alla forza degli ideali, fino ad arrivare alla mortalità. Nel mezzo ci sono tanti colori, un’energia intrinseca che supera i confini dello schermo e va a toccare le persone sedute in sala, una per una, in maniera differente. Sebbene quindi la soggettività sia un aspetto fondamentale nella fruizione, da tenere sempre in considerazione, Barbie è, senza dubbio alcuno, un’opera originale, unica nel suo genere, stimolante e curiosa.

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Margot Robbie e Ryan Gosling interpretano Barbie e Ken – Foto: Ufficio stampa – Newscinema.it

Barbie | La trama del nuovo film di Greta Gerwig

Barbie (la perfetta Margot Robbie) vive a Barbieland, insieme alle amiche Barbie, al suo Ken (Ryan Gosling), e al resto degli abitanti – che si dividono tra Ken, Skipper, Midge (Emerald Fennell) e Allan (Michael Cera). Ogni mattina, la routine consiste nello svegliarsi e scendere dal letto, salutare le vicine, fare una doccia e poi la colazione, prima di iniziare la giornata, che sarà bellissima, come sempre.

Durante una serata tra ragazze, però, succede qualcosa di inatteso, inimmaginabile e spaventoso. Barbie domanda se qualcuno ha mai pensato di morire. Come può una bambola come lei, perfetta in tutto quello che fa e che è, avere un simile pensiero?

La risposta, stando a Barbie stramba (l’esilarante Kate McKinnon), è semplice: uno strappo tra Barbieland e il mondo reale sta legando indissolubilmente la bambola con la bambina che ci gioca. Motivo per cui i pensieri dell’una si riflettono in quelli degll’altra. L’unica soluzione, prima di finire nel dimenticatoio, con la cellulite e i piedi piatti, è partire e rintracciare la bambina, così da ricucire lo strappo tra i due mondi.

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Margot Robbie in Barbie – Foto: Ufficio stampa – Newscinema.it

Barbieland come specchio della società, al contrario

L’originalità della storia consiste tanto nel dare vita alle mitiche bambole della Mattel, quanto al modo in cui lo si fa. Se la Gerwig ha un suo stile di regia, pop ma coerente con l’universo narrato, mai invadente ma visibile, nella scrittura compie un lavoro eccezionale, al fianco di Baumbach.

Le citazioni a capolavori della Settima Arte quale 2001 Odissea nello spazio o a cult come Matrix Grease esaltano chi di cinema si è sempre nutrito e con certi titoli ci è cresciuto. L’intelligenza degli autori è, così, rintracciabile in tanti, piccoli e grandi, dettagli. Dettagli coloratissimi, accattivanti e, soprattutto, significanti.

La finzione di Barbie e del suo universo permette di (far) riflettere sulla società di oggi, ma anche sulla sua evoluzione – se di evoluzione si può parlare – e sul futuro. La questione femminile, lungi dall’essere affrontata in maniera unidimensionale e superficiale, mostra tutte le contraddizioni e le problematiche che la compongono, la attraversano e la caratterizzano.

“Barbie ha cambiato tutto.”

Al tempo stesso, gli uomini trovano un ottimo terreno per mostrare le proprie debolezze, a dispetto della mascolinità tossica e di quel machismo di cui spesso si fanno portatori. Perché, in fondo, sentirsi superflui è altrettanto difficile quanto sentirsi oggettificati. Un’ultima, imprescindibile, lode va alle numerose e straordinarie partecipazioni, da Dua LipaJohn Cena, a Helen Mirren, voce narrante nella versione originale.

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