Bates Motel, l’evoluzione di un serial killer dalla prima all’attesa quarta serie

Sviluppato per il pubblico televisivo da Carlton Cuse, Bates Motel è un omaggio al grande cinema degli anni ’60, un prodotto che seppur viene più volte contaminato dagli usi e costumi della moderna narrazione seriale,  è un grande puzzle di eventi, un immortale affresco televisivo di rara crudeltà. Basterebbero poche parole per descrivere Bates Motel, la serie trasmessa sul network cable A&E in onda dallo scorso 7 Marzo con gli episodi della stagione 4 (una quinta si profila già all’orizzonte), ma lo show è così denso di significati e sfumature che la sua bellezza non si esaurisce subitaneamente. Raccontare la gioventù e la genesi stessa di uno dei serial killer più iconici del grande schermo non è certo un’impresa facile, anche perché in passato un orribile ‘Psycho 4’ ha cercato di tratteggiare la psicologia contorta ed il disagio umano di Norman Bates fallendo miseramente. La serie tv che appunto è creata da Carlton Cuse e vede in Vera Farmiga e Freddie Highmore due iconici protagonisti, si pone l’obbiettivo di guardare al passato al mito di Psycho, ma al tempo stesso volgere uno sguardo al futuro del ‘franchise’ (se così vogliamo chiamarlo) aggiungendo ed arricchendo una mitologia che – almeno fino ad ora – era piuttosto scarna. Bates Motel quindi in appena 3 anni di programmazione (fra alti e bassi)  compie una sorta di miracolo, ovvero nel mixare tutte le tematiche più particolari di un family drama dalle tinte dark, tratteggia un rapporto malato fra madre e figlio che inevitabilmente sfocia in tragedia.

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La stagione uno: i personaggi come vero punto di forza

La storia è ambientata in Oregon nella fittizia Pine Bay, una cittadina da i mille segreti, nella quale Norma e suo figlio cercano di ricostruire la propria esistenza. Eppure con tutte le buoni intenzioni, Norma e Norman, si troveranno presto di fronte a delle svolte inaspettate. La prima stagione, composta da appena 10 episodi, nella sua interezza non è assolutamente perfetta;  ha dei buchi nella sceneggiatura, risvolti approssimativi e colpi di scena prevedibili eppure nonostante queste serie difficoltà, Bates Motel può contare su un incipit di grande impatto, un cast di grande spessore (che valorizza i personaggi) ed un season finale capace di  capovolgere l’intera situazione.  Il passato di Norma, la consapevolezza dei problemi psicologici di Norman ed i segreti della piccola Pine Bay, sono la cornice perfetta per inscenare una storia di torbidi sentimenti materni.

La stagione due: la consapevolezza di essere un diverso

Un’accusa di omicidio pende sulla testa di Norman mentre alle sue spalle prendono vita sordide macchinazioni per il predominio del traffico di droga. Queste le due costanti più lampanti della stagione 2 di Bates che, nel confezionare una soap-opera moderna e stilizzata (con tutte le attenuanti del caso), scava profondo nell’animo di Norman. Il giovane arriva alla consapevolezza di essere un diverso, di avere un problema psicologico che pian piano lo conduce non solo a bramare l’amore di sua madre ma anche al desiderio di uccidere. In netto anticipo rispetto alla tabella di marcia, il secondo ciclo di episodi (anche se si perde in alcuni lungaggini), comincia a delineare il futuro di Norman.

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La stagione tre: la nascita di Psycho

Seppur mantenendo i suoi palesi difetti stilistici, la stagione trasmessa in America lo scorso anno, è la più intensa e complessa fino ad ora prodotta. Se da una parte con la consapevolezza di Norman si inasprisce il rapporto con la madre, dall’altra i segreti di Pine Bay sono ancora il motore necessario per la vicenda stessa. Particolarità che permette di approfondire l’animo dei personaggi, metterli di fronte ad alcune scelte e soprattutto permette loro di toccare il ‘lato oscuro della forza’. In Bates Motel non ci sono infatti personaggi positivi, tutti sono vittima di eventi più grandi di loro e, pur di sopravvivere ad una realtà competitiva, sono costretti ad ingannare, uccidere e ricattare. Il colpo di scena finale poi, chiara celebrazione al film di Hitchcock, chiude un cerchio aprendo però altrettante prospettive.

E per la stagione 4, cosa ci attende?

All’orizzonte si intravedono problemi per il giovane Norman (anche alla luce di un ennesimo omicidio), ma se da una parte è palese che i segreti di Pine Bay invaderanno nuovamente l’apparente quiete familiare, sarà sicuramente di grande impatto il momento in cui Norma si troverà faccia a faccia con il mostro da lei stessa creato. Lo show è stato già rinnovato per quinta stagione che, di questo passo, si crede essere anche l’ultima. Da una parte forme è meglio così.