Tra gli ospiti della Berlinale 73 c’è stato anche Matt Damon, in qualità di produttore del documentario Kiss The Future presentato in anteprima al festival.
Nenaid Cicin-Sain ha diretto Kiss The Future, il documentario presentato in anteprima alla Berlinale 73 il 19 Febbraio. Matt Damon è stato presente in conferenza stampa in qualità di produttore del progetto che riporta agli anni ’90 in Europa, esplorando i vari punti di vista della guerra a Sarajevo.
Testimonianze dirette, filmati di repertorio, interviste tra cui Bono e gli U2 che in quel periodo storico hanno usato la loro musica e la loro influenza di artisti per collaborare e aiutare il paese distrutto dal conflitto.
Matt Damon alla Berlinale 73
Un’esplorazione dei pericoli del nazionalismo e del ruolo dell’arte come arma di resistenza e attivismo, Kiss the Future segue una comunità clandestina che ha continuato a lavorare, creare e vivere durante l’assedio di Sarajevo degli anni ’90. Durante la disgregazione della Jugoslavia, i cittadini di Sarajevo si svegliano e trovano la città sotto assedio e la Bosnia in guerra. Mentre il blocco si estende per anni, vivere diventa un atto di sfida e la musica rock e punk ispira e distrae dall’incubo quotidiano delle granate e dei cecchini serbi.
Kiss the Future
In uno schema inverosimile ispirato dalla resistenza locale, un operatore umanitario americano che vive a Sarajevo ha contattato la più grande band del mondo, gli U2, per vedere se potevano aiutare a sensibilizzare il mondo sul devastante conflitto. La band acconsentì e per tutta l’estate del 1993, il loro ZOO TV Tour prevedeva interviste via satellite in diretta con i sarajevesi locali che descrivevano la loro situazione ai frequentatori del concerto. Al termine di queste interviste, la band si è impegnata a esibirsi in città una volta terminato il conflitto.
Kiss the Future segue la storia di quella promessa, con un concerto del dopoguerra che ha visto gli U2 suonare davanti a oltre 45.000 fan locali in una città liberata, uno spettacolo che continua a vivere come un gioioso ricordo collettivo per la gente di Sarajevo – prova che lo hanno fatto non solo sopravvivere al blocco, ma prosperare nonostante esso; che tra gli orrori degli impulsi umani più oscuri, la musica e l’arte possono essere atti di ribellione.