Visibilmente emozionato, Martin Scorsese ieri sera ha ricevuto l’Orso d’oro alla carriera, durante la 74esima edizione del Festival del cinema di Berlino. Ad accompagnarlo sul red carpet, la figlia Francesca.
Martin Scorsese, uno dei registi più influenti e amanti del mondo del cinema, è stato premiato ieri sera sul palco del Berlinale Palast dall’amico di una vita Wim Wenders. Entrambi sono candidati agli Oscar con i loro rispettivi ultimi film (Killers of the flower moon e Perfect Days).
Wenders ha raccontato una storia esilarante, corredata di presentazione fotografica, sul suo primo incontro con Scorsese al Telluride Film Festival nel 1978, dove si ritrovò con il regista e con la sua allora fidanzata Isabella Rossellini nel bel mezzo del deserto americano, dopo aver forato una gomma.
“Signore e signori, Martin Scorsese è riuscito a cambiare la gomma”, ha scherzato Wenders tra gli applausi scroscianti. “Ma con nostro grande sgomento, ci siamo tutti resi conto dopo poco che la sua maledetta auto a noleggio non aveva una gomma in più, il che è stato un vero peccato: l’intero sforzo era stato vano”.
Dopo la lunga e appassionante introduzione di Wenders, Scorsese ha iniziato il suo discorso sottolineando l’importanza di un’istituzione come la Berlinale, ricordando in particolare il festival del 1968, quando Brian De Palma vinse l’Orso d’argento per Greetings. “È stato un evento molto importante ed è stato un vero punto di svolta per tutti noi – per Brian, ovviamente, e per tutti noi che lavoravamo a basso budget in America in quel momento, fuori da Hollywood.
I film indipendenti a basso budget erano piuttosto rari in America all’epoca e quel premio ha contribuito ad aprire la strada a registi come Jim McBride e Phil Kaufman, ma anche la mia”, ha dichiarato Scorsese. “Ha riconosciuto a De Palma quella statura che gli studios non volevano dargli… Mi ha spianato la strada per incontrare Bob De Niro e scritturarlo in Mean Streets. E 10 anni dopo, sono venuto a Berlino per la prima volta con Toro scatenato, e poi di nuovo con i Rolling Stones per Shine a Light”.
Scorsese ha continuato esaltando l’importanza dei festival cinematografici, ovvero il luogo in cui ha potuto conoscere la sua comunità di appartenenza, quella dei colleghi registi, Wenders incluso.
“Guardare i film degli altri, complimentarsi a vicenda, litigare tra di noi. Voglio dire, cos’altro si può fare quando si diventa ossessionati da una forma d’arte? Nel lavoro di un regista, esiste sempre una componente solitaria, ma è così importante ricordare che, anche quando si è soli, si fa parte di una comunità. E quella comunità di persone è guidata da un amore ossessivo per quest’arte chiamata cinema”.
“Sento davvero di essere stato fortunato ad aver preso parte a quella conversazione per la maggior parte della mia vita”, ha detto Scorsese in conclusione. “E per quanto riguarda il guardare indietro al mio lavoro, non riesco a farlo… in parte perché mi sembra davvero di voler continuare a voler fare film. Quindi forse ci vedremo di nuovo tra un paio d’anni, spero con un altro”.