Biografilm: James Franco è un poeta della beat generation

Quest’anno la retrospettiva del Biografilm Festival è dedicata a Ed Lachman, un artista dell’immagine che è stato Direttore della Fotografia di alcuni grandi film tra cui Il Giardino delle Vergini Suicide, Lontano dal Paradiso ed Erin Brockovich. Durante il primo giorno di festival, è stato proiettato il più recente Howl/Urlo, film diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman e interpretato da James Franco. In questa occasione Lachman ha curato la fotografia, articolata in immagini in bianco e nero, colori e parti di animazione ispirate a vari stili.

james-franco-e-allen-ginsberg-in-howl-168707James Franco si ritrova nei panni del giovane scrittore della beat generation, Allen Ginsberg, protagonista della San Francisco Renaissance, un movimento che scosse dalle fondamenta la società borghese degli Stati Uniti del dopoguerra. Come afferma Lachman in sala, prima della proiezione, questo film si può suddividere in quattro parti: il processo in aula, l’intervista a Ginsberg riguardo al processo e alla sua vita, l’animazione del poema Urlo e infine, i flashback in cui lo scrittore accetta la sua omosessualità. I registi decidono di concentrarsi sul processo in aula, intrapreso per definire l’oscenità o meno dell’opera scritta da Ginsberg, che conteneva senza dubbio parole forti e concetti all’avanguardia, che trovavano difficilmente spazio in quel particolare periodo storico. Lachman ha lavorato molto con la luce e le immagini, cercando di rendere al meglio il nuovo modo dei due registi di raccontare la poesia e la letteratura e ha cercato di ricreare quell’atmosfera di rottura, in cui giovani scrittori avevano cominciato a distruggere il famoso sogno americano mettendo in discussione i classici valori e ideologie seguite fino a quegli anni.

Howl /Urlo è un film a basso costo, ma la fotografia è avvolgente e ricca di sfumature. Si passa dal bianco e nero al colore, fino ad un’animazione curata ma forse fuori luogo e non necessaria al film. Per rendere le idee di Ginsberg sullo schermo, l’animazione risulta un po’ troppo letteraria e si avvertono i limiti del low budget, passando da uno stile Disney ad uno più crudo e realistico. “Per me è importante introdurre il bianco e nero, per creare i giusti contrasti e perchè comunque nel periodo in cui si svolge la vicenda, i film erano in bianco e nero. Io ho cercato di catturare quel periodo e di capire come si sentivano quegli artisti per poter rappresentare la loro quotidianità“. James Franco regala un’ottima prova attoriale, donando forza e cuore al film, ma la scelta di alternare troppi stili diversi per raccontare la storia, rallenta il ritmo generale della struttura narrativa e crea momenti di distrazione nello spettatore, cullato anche dall’eccessiva presenza della voce narrante di Franco che legge il poema pagina dopo pagina tra una scena e l’altra.

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