Biografilm: la Detroit grigia e desolata di Detropia

Oltre ad essere la città che fa da sfondo alla straordinaria storia di Sixto Rodriguez in Searching for Sugar Man, Detroit è protagonista anche di un altro documentario in programma al Biografilm Festival. Si intitola Detropia ed è diretto da Heidi Ewing e Rachel Grady, per portare sullo schermo una fotografia delle mille facce di una città in declino, abbandonata e devastata da un crollo economico e industriale nel corso degli anni.

Le inquadrature che si susseguono fin dall’inizio del film sembrano essere state girate in un luogo devastato da guerre e conflitti sociali, mentre siamo solamente nelle strade di una delle città americane che, dopo una repentina crescita nel 1930, si è ogni giorno ridotta fino ad arrivare a circa 720.000 abitanti nel 2010. La telecamera esplora case abbandonate, relitti desolati che nascondono vite e ricordi soffocati dalla polvere e dalla delusione, presentando in prima linea i risultati del crollo dell’industria automobilistica statunitense e di un vero e proprio immaginario fatto di sogni infranti e lavoratori derubati delle loro ambizioni e aspettative. I registi raccolgono le testimonianze di alcuni abitanti della città, partendo dalla video blogger Crystal Starr, decisa a far sentire la sua voce per cambiare le cose e trovare una spiegazione alla desolazione che la circonda per poter provare ad andare avanti e costruire una nuova realtà più colorata e serena. Per approfondire invece il tema della chiusura di molte fabbriche, come la American Axle, racconta il suo punto di vista il Responsabile dell’Unione Operai Auto Muniti, portando avanti la sua esperienza in prima persona e dei suoi colleghi a cui è stata annunciata la riduzione dello stipendio senza un’altra qualsiasi alternativa che lasciare tutto e arrendersi davanti agli unici potenti che hanno in mano il denaro e possono decidere qualcosa.

Sullo sfondo di una Detroit grigia, avvolta dalla nebbia e con strade praticamente per lo più deserte e sporche, Detropia vuole essere un grido di denuncia della condizione critica e triste di una città con un passato da epicentro del capitalismo americano, e oggi teatro di crimini, demolizioni, disoccupazione e povertà…in poche parole morte e sepoltura di tutti i sogni delle persone che sperano di portare avanti la loro vita e prendersi cura delle loro famiglie nella città in cui sono nati e cresciuti. L’argomento di questo documentario è senza dubbio importante da raccontare e difficile da metabolizzare nella sua veracità, ma la regia non ha ben curato la sequenzialità della narrazione e le diverse testimonianze si susseguono, senza un netto legame tra loro per raccontare una storia comune che forse avrebbe portato ad un risultato finale più efficace. Un lavoro low budget utile a rinforzare la speranza di coloro che sono rimasti in quelle strade attraversate da un eco di dolore e delusione, ma non del tutto coinvolgente per una resa appena sufficiente dal punto di vista tecnico e visivo.

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