Il 14 febbraio 2018 debutta nei cinema italiani Black Panther, il cinecomic di Ryan Coogler che espande l’universo Marvel nel regno africano del Wakanda.
Interpretato da Chadwick Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’o, Martin Freeman, Angela Bassett, Forest Whitaker e Andy Serkis, Black Panther racconta le origini di T’Challa (Chadwick Boseman) che, eletto re del Wakanda dopo la morte del padre, si scontra con un misterioso nemico disposto a tutto per detronizzarlo. Erik Killmonger (Michael B. Jordan), l’esule wakandiano alleato del folle Ulysses Klaue (Andy Serkis), si ribella contro la sua leadership e prende le redini del Wakanda.
Black Power
Black Panther
è la consacrazione del Black Power cinematografico. Chadwick Boseman, dopo Captain America: Civil War, interpreta T’Challa nel primo cinecomic Marvel ambientato nel Wakanda. L’eroe che, come una pantera, dà un tocco graffiante alle personalità trite e ritrite dell’universo di The Avengers. Michael B. Jordan, in attesa di indossare i guanti da boxe di Adonis Johnson in Creed 2, è Erik Killmonger (qui la nostra intervista esclusiva all’attore). Un villain che, segnato da una serie di cicatrici che riflettono il numero delle sue vittime, trascende un antieroe di indubbio fascino e mistero.
Tra sfide tribali e combattimenti all’ultimo sangue, Black Panther introduce i premi Oscar Lupita Nyong’o e Forest Whitaker in ruoli avvincenti ma non memorabili. Completano il cast Martin Freeman e Andy Serkis che, dopo Bilbo Baggins e Gollum, si ritrovano faccia a faccia in un confronto che conquisterà i fan de Lo Hobbit.
Tanta azione, poco coraggio
L’orgoglio black è la tematica portante di Black Panther, il cinecomic di Ryan Coogler su un supereroe lontano dai cliché Marvel. Anticipato da un prologo in digitale, Black Panther trascende su pellicola l’universo del Wakanda, una terra in bilico tra la rivoluzione tecnologica e le tradizioni millenarie.
Impreziosito dai colori, i costumi e le musiche africane, Black Panther non è il solito cocktail di azione, testosterone e ironia sul genere dei Guardiani della Galassia. L’orgoglio africano è il valore aggiunto di una pellicola che si ferma quando dovrebbe spingere l’acceleratore come Shuri (Letitia Wright) nella sequenza action in California. Un trionfo di azione che perde ritmo nella riproposizione delle sfide tribali del Wakanda che, al di là della cornice estetica (di cui le sfumature cromatiche ricordano Il Re Leone della Walt Disney), non ha la struttura narrativa per conquistare lo spettatore.
Dopo Prossima fermata Fruitvale Station e Creed – Nato per combattere, Ryan Coogler dirige col pilota automatico un cinecomic che non graffia come l’eroe creato da Stan Lee nel 1966. Cinquantadue anni dopo il debutto sulle pagine dei Fantastici Quattro, Black Panther è un film dove l’estetica vince sul cuore. Ma quanto sopravvivranno i cinecomics senza il coraggio dei rivoluzionari fumetti di Stan Lee?
Black Panther verrà distribuito da Walt Disney nei cinema italiani il 14 febbraio 2018.