Burraco Fatale | la conferenza stampa con il cast e la regista

Questa mattina al Cinema Adriano a Roma, subito dopo la proiezione stampa del film Burraco Fatale – Ogni donna cerca il principe azzurro possibilmente single diretto da Giulia Gamba si è svolta la conferenza stampa alla presenza della regista e delle attrici Claudia Gerini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Angela Finocchiaro e l’attore Mohamed Zouaoui. La commedia uscirà al cinema dal 1° ottobre 2020, grazie alla Fenix Enternainment, la quale si è occupata della produzione e della distribuzione del film con 180 copie in tutta Italia.

È un film che parla di amore, divertimento, cinismo e burraco. Cosa puoi dirci?

Gamba: Ho voluto fare una commedia che parlasse di un problema importante. Parlare di una classe sociale delle signore della borghesia italiana di provincia che vengono in contatto con una problematica e un modo di impostare la famiglia e gli amori in maniera diversa. Immigrazione, globalizzazione da cui la società italiana si sente completamente estranea. Una cosa che vedono ai telegiornali, una cosa che leggono sui giornali ed è una cosa che non le riguarda. Invece, casualmente, anche loro dovranno affrontare una tematica e un modo di vivere i sentimenti – compresa la parte più profonda di noi – in maniera diversa. Ed è legato simbolicamente anche al gioco del burraco, perchè si è legati al caso, alla fortuna, alla sfida, alla vita di tutti noi.

Il burraco chi di voi già lo sapeva giocare?

Gamba: Io sono giocatrice di burraco con le mie amiche pesaresi. PAola sapeva un po’ giocare.

Minaccioni: Io sono negata al gioco, invece Angela Finocchiaro e Caterina Guzzanti sono ferratissime. Io sono un disastro ma è stato divertentissimo proprio per questo. Avvicinarmi al mondo del burraco, perchè senza il problema poi il gioco non è divertente. Io ero il problema. Nella vita è più interessante quando non sei portato, mi sono divertita moltissimo. Angela si è dovuta subire tutte le mie cose. Lei è bravissima

Finocchiaro: Quando ho iniziato a imparare a giocare, dopo aver saputo del film, poi c’è stato un rallentamento e in quel periodo mi ci sono appassionata, intossicata e ci gioco spesso con le amiche e amici per passarci il weekend.

Guzzanti: Io non ci so’ giocare e non ci sapevo giocare. Io ho la memoria del pesce rosso e ogni giorno giocavo e poi la sera diligentemente cancellavo tutto dalla memoria per farci spazio. Ricordo che durante i tempi morti, tra un ciak e un altro, mentre sistemavano le luci noi giocavamo. Poi quando era il momento di girare, sbaraccavamo il tavolo perchè le carte non stavano così prima.

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Si stava parlando di divertimento al femminile, di solidarietà ma anche di cinismo. Il tuo ruoloo rispetto a quello delle tue amiche è il meno cinico. È un ruolo abbastanza insolito per te che siamo abituate a vederti…

Il ruolo di Irma è romantico, lei è una romantica. Si è lasciata un po’ andare e si piange addosso. Diciamo che io non sono come lei. Mi piace molto il burraco e ci ho giocato con i miei figli durante il lockdown. Sono una giocatrice istintiva senza troppe strategie. Il collante del burraco per noi quattro, del cinismo, del divertimento e dell’evasione totale dalle nostre vite, con annesse sfumature. Sono quattro amiche che si conoscono da una vita e che si dicono le cose e questo perché le donne si dicono anche le cose negative, si criticano, ci si sostengono e quando c’è da dire una cosa la si dice. Se c’è qualcosa che possa stimolare al cambiamento le amiche, in questo senso sono anche una bella iniezione nella vita. Noi, che siamo quattro attrici di carattere, di grande personalità, sul set ci siamo divertite molto. Io personalmente, tutte e tre mi fanno proprio ridere ed ero molto felice di condividere il set con colleghe che mi fanno ridere.

Gamba: Hanno contribuito davvero molto alla buona riuscita del film, dello svolgimento della storia perché ciò che era scritto, loro lo hanno fatto vivere in maniera vibrante molto vera sottotlineanedp i quattro caratteri diversi della loro condizione sociale.

Allora Mohamed, com’è stata la tua esperienza sul set come unico uomo?

Zouaoui: Mi reputo fortunato perché sono stato l’uomo di punta di questo film tutto al femminile. Grazie alla regista per avermi scelto per questo ruolo, è stato bello divertente. Claudia mi ha aiutato molto, con la quale ho avuto più tempo di lavoro rispetto alle altre. Mi sono divertito perché, come dicevo in se il mondo fosse comandato dalle donne andrebbe molto meglio. L’uomo è sempre più selvaggio, è stata una bellissima esperienza e ringrazio tutti per questa grande opportunità.

Com’è stato girare ad Anzio?

Anzio è stata perfetta come città per girare. Volevo il mare, la provincia. queste case demodè che rappresentava il mondo nel quale vivevano le nostre protagonista. Tenevo molto alle due case vicini delle due amiche.

Film sul valore dell’amicizia femminile e anche sul mito del principe azzurro, possibilmente single. Arrivati a questo punto della vita, il mito ha rovinato la vita alle donne oppure è qualcosa di consolatorio su cui continuare a sperare?

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Gerini: Come mamma di due femmine, cerco di togliere il mito del principe azzurro, che magari appartiene a noi più adulte. Non è certo il principe azzurro che ti risolve la vita, ma ti può stimolare a essere meglio, che ti stimoli a voler cambiare. Quando una donna vuole sentirsi più bella, desiderabile, dinamica, perchè il sentimento dell’amore ti accende. In questo caso non ti risolve la vita ma ti stimola a essere una persona migliore, perchp quando siamo innmorati vogliamo essere sempre migliori. Il mito anacronistico che ci ha rovinato non lo so, però è da sfatare. La base del film è che le persone non sono quelle che tu pensi siano, che vedi. L’apparenza non è sempre quella che è la realtà.

Minaccioni: Sul principe azzurro vorrei dire una cosa. Ha solo un problema: crea delle aspettative. Visto che noi donne siamo le regine delle aspettative nei rapporti e automaticamente queste rovinano il rapporto e quindi il principe azzurro è da eliminare perché bisognerebbe eliminare le aspettative. Tu ti aspetti dal principe azzurro che ti amerà per sempre, che sarà sempre perfetto. Ma diciamoci la verità, anche il principe azzurro dopo un po’ annoia perché se è troppo perfetto lo lasci. Io direi di togliere le aspettative dal principe azzurro e lasciare solo lui, magari imperfetto, ma che riesce a sorprenderti ogni giorno finchè ci sarà l’amore.

Gamba: Il principe azzurro è un sogno, tutte noi vogliamo sognare. Sognare e sperare, voler provare un sentimento come l’amore, lo auguro a tutti di provarlo più volte nella vita.

Finocchiaro: Un giorno parlando con mia figlia di 24 anni, le ho chiesto del principe azzurro e lei mi ha risposto: “Il principe azzurro sono io.”

Guzzanti: L’aspettativa mortifica la gioia, è proprio un detto indiano. Meglio non aspettarsi niente, aspettarsi molto da sé e poi ci si riflette in chi si incontra. È bello sognare 1 ora, 7 anni, bisogna anche saper scegliere ed essere consapevoli che potrebbe essere un sogno dal quale svegliarsi. Io sono molto contenta perché mio figlio di 5 anni mi ha detto che potrò stare con i suoi bambini – due gemelli – quando sarà grande e potrò fare la nonna.

Gerini: Da un maschio non ci si aspetta questo. Vuol dire che il mondo si sta evolvendo anche nei maschi.

Regista donna in un film tutto di donne, quanto secondo lei è cambiata la situazione negli ultimi tempi rispetto al passato? A Claudia vorrei chiedere, visto che il burraco è un fenomeno sociale ormai, qual è l’attrazione fondamentale di questo gioco?

Gamba: Domanda complessa. Io ho iniziato negli anni’70 ed eravamo 4 registe in Italia. Negli ultimi anni altre registe si sono interfacciate con grandi risultati. Io ho avuto sempre uno sguardo provocatorio, per i film fatti nel passato, e anche questo tocca un argomento scabroso ma con toni di leggerezza e commedia. Non ho mai avuto difficoltà sul set con le persone con le quali ho lavorato. Sonop stata fortunata e ho avuto le idee chiare fin da subito.

Gerini: Il burraco è vero che è un fenomeno sociale. Accende molto gli entusiasmi di chi gioca. È affascinante proprio per il gusto di mettere in fila tante carte dello stesso seme. Io amo la carta e mettere a posto la scala, ti da’ un senso di ordine, che tu controlli e poi vedi comporre il tuo quadro. Anche nel prendere la carta, quel senso di rischio, quella voglia di ‘pinella’… È un momento anche per distrarti e astrarti dal mondo, come accade nei giochi di carte che ti aiutano a evadere, come una sorta di meditazione. Ti disintossichi dal quotidiano e dai vari problemi.

Mi ha intenerito vedere sulla scena la scritta riferita a Giovanna Cau. Che tipo di rapporto ha avuto con lei?

Grazie per aver sottolineato il ricordo di Giovanna Cau, con cui è nato il film. È stata la prima a sostenere questo film, lo ha provato, si è molto divertita ed è stata la prima a fare i contratti per noi. Se lo meritava un ricordo da tutte noi. È stata una donna che ha aiutato tutte le donne anche nelle istituzioni.