Cambio tutto | La recensione del film su Amazon Prime Video

La quarantenne Giulia sta affrontando con qualche anno d’anticipo la cosiddetta “crisi di mezza età” e non sopporta più la vita che sta vivendo. Una situazione che inizialmente si riflette all’interno delle quattro mura domestiche, con l’acuirsi della crisi con il suo compagno Raf, un pittore che nulla fa per contribuire al desco familiare, ma che poi si diffonde anche in ambito lavorativo. La donna infatti viene sfruttata dal suo nuovo capo, l’inesperto Valerio, che le preferisce una più giovane e disinibita collega.

Trovandosi al classico punto di non ritorno, Giulia decide così di contattare un counselor olistico balzato alla sua attenzione in una pubblicità televisiva, e dopo la prima visita il suo modo di approcciarsi al mondo cambia drasticamente, spingendola sia in ambito privato che professionale a rivoluzionare il proprio modus operandi e a prendersi le giuste rivincite nei confronti di coloro che l’avevano condotta ad uno stress così elevato.

Cambio tutto – Niente di nuovo

valentina lodovini
Valentina Lodovini

In un cinema italiano sempre più a corto di idee ecco arrivare un nuovo remake: in questo caso la pellicola alla base è il cileno Sin Filtro (2016), un titolo già di per sé accolto molto tiepidamente in patria sia dal pubblico che dalla critica. E non viene difficile capirne i motivi in quanto l’originale ripercorreva senza troppa inventive le linee guida di una commedia di riscatto e rivincita già vista infinite volte su grande e piccolo schermo in qualsiasi salsa possibile. Cambio tutto è quindi il rifacimento di un’operazione derivativa e nel corso dell’ora e mezza di visione il ricorso eccessivo e palese agli stereotipi provoca un asfissiante sensazione di déjà vu che rischia ben presto di portare alla noia.

Sin dai primi minuti, con la ciclicità esasperata e risaputa della protagonista – dalla prova bilancia alle notte insonni, dalla doccia di corsa alle sedute in palestra – lo spettatore viene trascinato in un contesto privo di originalità e il procedere degli eventi non migliora di molto la situazione.

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Cambio tutto – Le vie della commedia

neri marcorè
Neri Marcorè

L’ambaradan lavorativo, con tutte le prevedibili dinamiche tra dipendenti e superiori e i timidi approcci da parte di colleghi innamorati, non fa che peggiorare le cose e continua a restituire, vizio tipico di molte produzioni nostrane, un ritratto stereotipato e poco verosimile della realtà. L’ennesima conferma avviene con la marcata caratterizzazione delle figure secondarie, tutte ricalcate su una verve caricaturale che lascia poco spazio a sfumature narrative di sorta e l’epilogo, accompagnato impropriamente dall’iconica voce di Aretha Franklin, è quanto di più prevedibile si possa immaginare. Lo stesso cast, tolta Valentina Lodovini che si impegna nel ruolo principale e Neri Marcorè nelle vesti del provvidenziale “santone”, non è all’altezza e sentire certi dialoghi – riempiti da frasi fatte e un linguaggio giovanile figlio dell’era web – è più un supplizio che un divertimento.

Il regista Guido Chiesa non è più quello de Il partigiano Johnny (2000) e il suo raffazzonato mix tra commedia popolare e sit-com di nuova generazione non colpisce mai con la necessaria densità di sguardo, facendo di Cambio tutto un film che in realtà non cambia proprio un bel niente.

Cambio tutto | La recensione del film su Amazon Prime Video
2 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora