Dopo il successo di Precius, Lee Daniels torna per la seconda volta dietro la macchina da presa, per raccontare nuovamente una storia di violenza, dai toni torbidi. Paperboy, nella Competition del 65esimo Festiva di Cannes, narra, sullo sfondo della Florida degli anni sessanta, la storia di Charlotte ( Nicole Kidman), che si innamora di un detenuto (John Cusack) con cui tiene una corrispondenza. Per farlo scagionare dalle accuse decide di farsi aiutare da un reporter (Matthew McConaughey) e da giovane fratello ( Zac Efron).
Una trama esile e insignificante, infarcita di dialoghi banali e scene gratuitamente sexy, e violente. Un gioco di ammiccamenti per accattivare lo spettatore, che in se non dice nulla. Tutto un po’ forzato, dalla regia, che a tratti finge uno stile, alla recitazione, soprattutto quella della Kidman (voglio salvare almeno Cusack, nonostante ip personaggio sgradevole) e al trucco, posticcio. Un estetica sporca per un universo corrotto, che potrebbe andare bene se non fosse che sembra gratuita. Sensazionalistico e morboso, forse meno del precedente, sembra non aver proprio nulla da dire.