L’imprevedibile regista rumeno Radu Jude torna a Berlino con Kontinental ’25, un film low budget in concorso, interamente girato con un iPhone.
Kontinental ’25 è l’ennesimo capitolo di una continua sperimentazione che, negli anni, ha condotto Radu Jude a realizzare una commedia di formazione (The Happiest Girl in the World), un western ad ambientazione storica (Aferim!), un docudrama kafkiano (Uppercase Print), una satira sessuale dell’era COVID (Bad Luck Banging or Loony Porn, che ha vinto l’Orso d’oro proprio alla Berlinale nel 2021), un dramma femminista in bianco e nero di tre ore (Non aspettarti troppo dalla fine del mondo) e un documentario found-footage, Eight Postcards from Utopia, assemblato esclusivamente con pubblicità rumene post-socialiste.
Questo nuovo Kontinental ’25, che fin dal titolo fa riferimento a Europa ’51 di Rossellini, di cui Jude realizza una sottile parodia, spogliandolo completamente dell’elemento metafisico, è un film che racconta la storia di un senzatetto, un ex sportivo che è finito per strada a causa dei debiti, e un ufficiale giudiziario che sfratta l’uomo dal seminterrato in cui si rifugiava, sentendosi successivamente in colpa per le conseguenze nefaste di questo suo gesto.
Su di loro, aleggia la presenza di un’azienda invisibile che vuole costruire un hotel di lusso proprio nel luogo in cui alloggiava il senzatetto. Jude immagina questa storia nella zona di Cluj, la città principale della Transilvania, non solo perché è un luogo dove il business immobiliare è in piena espansione, ma anche per la sua storia travagliata, essendo passata dall’Ungheria solo Romania solo nel 1918.
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Kontinental ’25, la satira di Radu Jude
L’inusuale minimalismo del film e la connotazione socio-politica così esplicita avvicinano questo ultimo lavoro di Jude a quello di altri suoi colleghi della Nouvelle Vague rumena, come Cristian Mungiu e Cristi Puiu, da cui prende in prestito le lunghissime scene di dialogo a camera fissa. È infatti un film molto più dialogato del solito, questo Kontinental ’25, o comunque un film in cui le parole emergono con molta più chiarezza proprio perché c’è una messa in scena al loro servizio, che non le sovrasta e non distrae lo spettatore.
Il film è stato girato in contemporanea con un altro progetto a cui Jude sta lavorando, l’ambiziosa commedia Dracula Park, realizzata con un budget decisamente più alto rispetto a quello ottenuto per Kontinental ’25. Utilizzando le parole dello stesso Jude, Dracula Park sta a Méliès come Kontinental ’25 sta ai Lumière.
Sono i due estremi tra cui si muove costantemente il cinema di questo straordinario autore, capace di trovare la realtà quando sembra allontanarsi da essa, così come di giocare con la finzione e gli artifici della narrazione in film che invece sembrano ancorati al dato di realtà.