Cell, la recensione del film tratto dal romanzo di Stephen King

Di tanto in tanto capita di avere un brutto presentimento riguardante un film in uscita già dopo aver visto qualche minuto di trailer e due o tre clip qua e là. Alcune volte le cattive impressioni vengono fugate una volta che si entra in sala, in altre occasioni invece possono essere addirittura superate in negativo con la visione al cinema.

In questa seconda categoria rientra il nuovo Cell, pellicola diretta da Tod Williams (Paranormal Activity 2), con protagonisti John Cusack (Maps to the stars, Essere John Malkovich), Samuel L. Jackson (Pulp Fiction, Kingsman: Secret Service) e Isabelle Fuhrman (Hunger Games, After Earth). Il duo di attori protagonisti e la base letteraria da cui prende forma il progetto (ovvero il romanzo omonimo di Stephen King) parevano due indicatori per la riuscita di un horror se non buono almeno discreto, ma il film che arriva in sala il 13 luglio, è invece forse il flop più clamoroso di questo 2016, nonché un condensato di tutte le cose che non si dovrebbero fare quando si gira una pellicola di questo tipo. Non è un caso che la distribuzione americana abbia deciso di bypassare le sale cinematografiche (fatta eccezione per alcuni, sfortunatissimi, casi) e rendere disponibile il lavoro di Williams direttamente su iTunes. E non si tratta certamente di accanimento se Cell, allo stato attuale, porta a casa una media voti dello 0% sul noto aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes.

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Se il tuo smartphone ti trasformasse in zombie?

King, indiscusso re del terrore, non ha mai nascosto la sua scarsa attitudine al lavoro di sceneggiatore, e questo Cell conferma in pieno che il lavoro dello scrittore di Portland è sicuramente un altro. Il libro, così come il film, cerca di rispondere alla domanda: cosa succederebbe se improvvisamente i nostri telefonini inviassero un impulso in grado di trasformare chi li sta usando in zombie senza cervello ? La risposta, per chi volesse scoprirlo, è in un film che ha davvero poco altro da raccontare, se non il calvario dei suoi protagonisti in un inferno fatto di non morti. E se il personaggio di Samuel L. Jackson, Tom, riesce a mantenere un suo carisma, il disegnatore Clay interpretato da John Cusack è uno dei protagonisti più macchiettistici degli ultimi anni.

Dopo circa trenta minuti di visione si perde qualsiasi interesse negli sviluppi di una trama confusa e narrata male, e neanche gli sforzi di Michael Simmonds alla fotografia (nulla di esaltante, ma di gran lunga la cosa migliore del lungometraggio) riescono a salvare questo Cell dal suo inglorioso destino. Il consiglio è, qualora decideste di dare una possibilità al lavoro di Williams (magari perché siete grandi fan del libro di King), è di organizzare un gruppo di amici per poter almeno condividere insieme le risate che il film (involontariamente) non mancherà di strapparvi, specialmente con uno dei finali più assurdi e fuori luogo mai visti sul grande schermo.

TRAILER CELL