L’8 gennaio arriverà in tutti i cinema italiani il primo film horror dedicato interamente alla celebre tavola della Hasbro: Ouija. Diretto da Stiles White ed interpretato da Olivia Cooke, Shelley Hennig, Ana Coto, Daren Kagasoff, Douglas Smith e Bianca A. Santos Ouija si apre con due bambine, Laine e Debbie, intente a giocare con una tavola Ouija. Il rito viene interrotto però dalla sorella di una delle due e la tavola viene buttata in cantina a fare la polvere. Anni e anni dopo una giovane ma più matura Debbie (Shelley Hennig) riprende a giocare con la tavola Ouija entrando in contatto con una misteriosa presenza che la sera stessa le toglie la vita. Toccherà alla sua migliore amica Laine (Olivia Cooke) scoprire le tragiche ma misteriose cause della sua morte. Ma per farlo dovrà utilizzare la tavola Ouija.
Prodotto da Jason Blum e Michael Bay Ouija tenta di replicare il successo di splendidi film di genere come Insidious, L’evocazione e Sinister. Ma il successo riscontrato dalla pellicola di White è solo economico infatti a dispetto dei soli cinque milioni di dollari di budget Ouija ha racimolato già ben 79 milioni di dollari worldwide. Questo perché ripropone alcuni degli elementi già utilizzati nei film citati: le sedute spiritiche, le presenze inquietanti e perfino la bravissima Lin Shaye di Insidious, riciclata qui in un ruolo che non le fa onore. Ma cosa è che non funziona in Ouija? Pur partendo da una idea vincente, anche se già utilizzata nel film del 2002 Long Time Dead, Ouija risulta un prodotto privo di una direzione ben precisa. Si parte con la storia delle piccole Laine e Debbie e senza neanche un minimo di introduzione si arriva subito alle due protagoniste adolescenti. Tralasciando aspetti di sceneggiatura di grande debolezza ma poco pertinenti per giudicare il film perché sempre di un teen horror si tratta Ouija è un prodotto frettoloso, interpretato da protagonisti non particolarmente bravi e scritto e diretto da un regista che non conosce le regole del genere horror. Perfino il finale risulta essere una copia sbiadita della terrorizzante chiusura di L’evocazione. Ma nonostante i difetti Ouija rimane un prodotto horror leggero che scorre veloce e che sicuramente non annoia regalando un paio di momenti decisamente inquietanti e dando l’occasione per rispolverare l’inquietante ed evergreen tavola Ouija: