A distanza di meno di un anno dalla premiere del primo capitolo al Festival di Roma arriva veloce come un aereo il secondo capitolo della saga nata da una costola dei due Cars: Planes 2 – Missione Antincendio. Ancora una volta protagonista della storia è Dusty, il semplice aereo agricolo con la passione per le gare di volo divenuto campione del Rally Ali intorno al Globo. Un campione che però non può più rimanere tale a causa di una valvola del suo motore che non può essere sostituita perché ormai fuori produzione. Tuttavia Dusty non getta la spugna. Se è riuscito da semplice aereo agricolo a vincere una competizione mondiale allora può benissimo reinventarsi pompiere. Così decide di convertirsi in velivolo antincendio, ma la strada del pompiere per quanto nobile sarà irta di grandi difficoltà che lo porteranno faccia a faccia con la morte.
Solitamente sviluppare un sequel targato Disney è sempre una missione più che rischiosa. Soprattutto quando parliamo di tempistiche inferiori ai 12 mesi perché come ben sappiamo i tanto amati cartoni digitali talvolta possono comportare anche lavori di anni e anni per poi risolversi in clamorosi buchi nell’acqua. Ciò nonostante il primo Planes non aveva più di tanto fatto impazzire il pubblico e la critica mondiale così l’operazione per quanto rischiosa poteva essere azzardata. E l’azzardo si può dire almeno in parte riuscito. Perché innanzitutto Planes 2 non è inferiore per paesaggi, musiche e gag al primo capitolo. In secondo luogo a differenza di Cars 2 che praticamente ripeteva (almeno in parte) la storia originale Planes 2 decide di abbandonare il mondo delle corse per concentrarsi su uno dei mestieri più pericolosi e meno riconosciuti di sempre, il pompiere. Tematica che permette anche di relazionarci con le difficoltà che la vita può talvolta riservarci; difficoltà che ci obbligano a reinventarci e a non gettare mai la spugna. Così Planes 2 nonostante non possa essere equiparato ai film di serie A della Disney in ogni caso funziona grazie a ritmo, divertimento e senso etico che lo rendono l’opera perfetta per inaugurare la 44esima edizione del Giffoni Film Festival.