Scritto e diretto da quel genio indiscusso della settima arte che è Quentin Tarantino, Grindhouse – A prova di morte è senza alcun dubbio uno dei film più rappresentativi e riusciti dell’acclamato cineasta.
Grindhouse – A prova di morte | Mike McKay è il vero spettacolo
Ma andiamo a dare uno sguardo a quelle che sono le curiosità o i punti di maggiore interesse della pellicola, che consigliamo di riscoprire la bellezza e la valenza di simili opere.
Innanzitutto il cast di altissimo livello che porta la già solida sceneggiatura ad elevarsi e distinguersi: Kurt Russell nei panni dello stuntman Mike McKay è diventato una vera e propria icona del genere. Dotato di un fascino oltre ogni dire, ma altrettanto sadico e spietato, Mike si diverte a uccidere giovani donne con la sua automobile “a prova di morte”, insignita di un teschio sul cofano alquanto significativo.
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Si pensi che prima di Russell si era pensato a Mickey Rourke e Sylvester Stallone (che rifiutò) per la parte…
Grindhouse – A prova di morte | La controparte femminile
Accanto a lui non sono da meno le seducenti controparti femminili, a partire dalla mitica Butterfly (che ha il volto e il fisico di Vanessa Ferlito), che con la sua lap-dance – non mostrata negli Stati Uniti a causa della censura! – è entrata di diritto negli annali delle scene cult del cinema, sino ad arrivare alla Abernathy di Rosario Dawson, incrociata da Tarantino sul set di Sin City.
Ovviamente non possiamo non citare Rose McGowan, archetipo di badass a tutti gli effetti, che avrà un ruolo principe nel seguente Planet Terror di Robert Rodriguez.
Quando un doppio spettacolo è un’opera d’arte
Ricordiamo infatti che Grindhouse – A prova di morte nasce come uno spettacolo doppio, ma a causa degli scarsi risultati al botteghino la produzione scelse di dividere il progetto in due film distinti. Inoltre forse non tutti lo sanno ma esiste una versione inedita, con oltre 20 minuti in aggiunta, mostrata nei paesi non anglofoni e presentata dallo stesso Tarantino al Festival di Cannes del 2007.
Lo spunto alla base del progetto nasce dalla passione del cineasta statunitense per il mondo degli stuntmen, a cui ha voluto dedicare un vero e proprio cult, grazie soprattutto al personaggio di Mike McKay. Ma il suo tocco personale lo si nota nel genere prescelto, ossia lo slasher movie.
Uno slasher movie solo nelle apparenze
La violenza eccessiva, il sangue che invade lo schermo, l’ossessione omicida. Tarantino riprende alcune caratteristiche del genere per poi elabolarle a modo suo, come fa di solito. Il risultato è senza paragoni.
“La mia versione è questa” – si legge in un’intervista del regista – “assomiglia a uno slasher ma non lo è!”.
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Un ultimo appunto lo facciamo allo stile della pellicola, incredibilmente d’effetto e indelebile dalla mente di quanti lo hanno apprezzato: tra bianco e nero, zoom improvvisi e stacchi netti, Grindhouse – A prove di morte è un omaggio dichiarato ai film d’exploitation anni Settanta.