Dal 20 marzo è al cinema The Alto Knights, il nuovo film con Robert De Niro in un doppio ruolo. Lo abbiamo visto in questa recensione vi diciamo cosa ne pensiamo.
Robert De Niro sembra ancora molto preso dal suo lavoro nonostante abbia superato gli 80 anni. In The Alto Knights – I due volti del crimine, gangster movie diretto Barry Levinson al cinema dal 20 marzo, interpreta persino due personaggi guidando la scena con due interpretazioni carismatiche e diverse.
Il film segue le vicende di due famosi boss della criminalità organizzata di New York, Frank Costello e Vito Genovese, intenti a contendersi il controllo delle strade della grande mela. Un tempo migliori amici, nel corso degli anni si sono scontrati per piccole gelosie e una serie di incomprensioni finchè il loro rapporto gradualmente si è sfaldato, influenzando inevitabilmente la storia della mafia in America.

Tha Alto Knights, i due volti di De Niro
Scritto da Nicholas Pileggi, che ci ha regalato il cult Quei bravi ragazzi, il film include nel cast anche Debra Messing, Cosmo Jarvis, Kathrine Narducci, Michael Rispoli, Michael Adler e tanti altri nomi degni di nota. Di film sulla mafia ne sono stati fatti molti, pertanto è inevitabile che molti risultino simili e ripetitivi. Tuttavia The Alto Knights si salva in gran parte per la partecipazione di Robert De Niro che ancora è ipnotico davanti alla macchina da presa quando vuole.
Si avverte sicuramente un po’ di effetto dejavu, ma Levinson si diverte con la regia, facendo dialogare fotogrammi in bianco e nero tra realtà e finzione per sviluppare la storia tra passato e presente. Le scene di azione e violenza si alternano in maniera abbastanza equilibrata con dialoghi pungenti e riflessivi. Spesso i ricordi dei personaggi aiutano lo spettatore a definire meglio il rapporto tra i protagonisti e le dinamiche di potere, così da poter avere un’idea di che piega possono prendere gli eventi.
Costello e Genovese sono due uomini con un background in comune che poi hanno prese strade diverse e anche le loro personalità sono lontane. Il primo è sull’orlo del pensionamento e vuole chiudere con il crimine, mentre Genovese è una testa calda che vuole scalare la vetta e ottenere la libertà e il rispetto del boss.
Un gangster movie imperfetto ma…
The Alto Knights
delinea bene lo scenario del crimine organizzato a New York, sullo sfondo del Greenwich Village e di Brooklyn dove si muovono le varie famiglie e i professionisti armati e spregiudicati in un delicato equilibrio. La minaccia è sempre dietro l’angolo in questo dramma ispirato a una storia vera di guerra tra mafie che si apre con un atto di violenza nel 1957.

De Niro regala un’interpretazione solida e autorevole nei panni di Costello, mentre con Genovese si diverte a esprimersi con maggiore ironia sotto strati di trucco e una gestualità più immediata e tipicamente italo-americana da film. The Alto Knights, tuttavia, è debole e lento nella prima parte per un eccesso di spiegoni, necessari ma nocivi per il ritmo della narrazione.
Nella seconda metà del film invece l’azione si intensifica e lo spettatore entra più nella storia e nel cuore di questo rapporto complesso di alti e bassi tra i due protagonisti con idee e obiettivi discordanti. L’ironia ha il suo spazio nella sceneggiatura e alleggerisce i toni, mentre si delineano le dinamiche di potere con un pizzico di politica e diplomazia.
Levinson, regista di capolavori come The Rain Man, Sleepers, Good Morning Vietnam, torna al cinema con un film di spessore, intrigante e ben scritto, anche se in parte è vittima di un genere inflazionato e manca un po’ di quel mordente per essere incluso nella lista degli imperdibili del 2025.