«È troppo luminoso? È troppo potente?» canta la voce tormentata di Thom Yorke mentre scorrono le immagini del primo trailer italiano di Confessions, il capolavoro del regista giapponese. 50 secondi per condensare la vera essenza del film, 50 secondi per descriverne il paradosso: quello di una storia nera, nerissima, che sa diventare luminosa e potente, come il sole quando acceca e come, appunto, raccontano Thom Yorke e i suoi Radiohead nella meravigliosa Last Flowers? Fedele all’omonimo romanzo di Kanae Minato, e magnificamente tradotto in immagini dal padre talentuoso di Kamikaze Girls e Memories of Matsuko, Confessions approda nelle sale italiane dal prossimo 9 maggio (senza dimenticare la recentissima anteprima romana e l?anteprima milanese del prossimo 9 aprile, assieme all?anteprima web di MYMOVIESLIVE) grazie alla Tucker Film.
Per Michael Mann è «un capolavoro inquietante e assoluto». Per gli spettatori del Far East Film Festival di Udine, che lo hanno premiato a con il Black Dragon Audience Award 2011, è un vero e proprio cult. (sempre nel 2011 ha anche sfiorato la candidatura agli Oscar) Per chiunque lo abbia visto, è uno di quei rari film che non scivolano via. Thriller? Revenge movie? Dramma psicologico? Le catalogazioni sono tutte valide e, al tempo stesso, tutte superflue, perché Confessions travalica i generi facendosi pura narrazione: il racconto, struggente e glaciale, di un omicidio e di una vendetta che diventa il racconto, feroce e spiazzante, di troppe vite bruciate. Bruciano, sì, i teenager di Nakashima, bruciano di follia e di espiazione, bruciano tiranneggiando i più deboli o nascondendo le proprie fragilità, e bruciano anche gli adulti, bruciano di dolore e di rabbia, muovendosi dentro un mondo che non capiscono e che li schiaccia contro il muro? Scandito da una colonna sonora che spazia dai Radiohead alle pagine dell’italiano Gabriele Roberto, e impaginato con autentica potenza visiva, tra eccessi e sottrazioni, tra freddezze minimal e deflagrazioni barocche, Confessions parla dell’adolescenza e della maturità come poche altre opere hanno saputo fare. Una partitura tanto affascinante quanto spaventosa dove trovano spazio le falle della società contemporanea e del sistema educativo, in un gioco di specchi e di metafore che grava sullo spettatore come un?imminente e implacabile apocalisse.
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