Daniele Giuliani | sarà la voce di Can Yaman nella serie tv Erkenci Kuş

Can Yaman

Il sito NewsCinema e il gruppo Le Yamanine Official Fandom hanno voluto fare un regalo alle tante fan del divo turco, intervistando in esclusiva, colui che ormai possiamo definire il suo doppiatore ufficiale: Daniele Giuliani.
Finalmente anche le fan italiane potranno vedere la serie tv turca Erkenci Kuş (Daydreamer) con protagonista Can Yaman e Demet Özdemir in Italia a partire da metà giugno su Canale 5!

L’appello del pubblico di trasmettere anche nel nostro Paese questa serie, che ha spopolato in tutto il mondo, è stata accolta favorevolmente da Mediaset. I viaggi in Italia di Can Yaman, (Napoli, Roma e Milano) hanno dimostrato quanto il pubblico lo ami e lo rispetti nonostante sia diventato famoso in così poco tempo.

L’attore e avvocato dal canto suo, nutre un profondo amore per il nostro Paese da sempre, tanto da parlare e scrivere in italiano correntemente, interagendo soprattutto nell’ultimo periodo, sui social con le fan italiane per sapere come sta procedendo la quarantena a causa del coronavirus.

Chiusa questa parentesi, torniamo all’argomento principale. Erkenci Kuş verrà trasmesso in Italia dalla metà di giugno, e a parlarcene in esclusiva per NewsCinema ci ha pensato Daniele Giuliani in questa intervista.

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Daniele Giuliani

Il mondo del doppiaggio così complesso ma allo stesso tempo affascinante, non viene spesso capito e scelto dai più giovani ancora confusi su ciò che vorranno fare da grandi. Tenendo conto della tua esperienza personale, cosa ti ha portato a decidere di intraprendere questa carriera? Com’è nata questa passione che poi è diventata il tuo lavoro?

– “Sono nato in una sala di doppiaggio. A 3 anni ho cominciato a fare i primi turni. Poi a 12 ho smesso, perché preferivo andare a giocare con i miei amici, piuttosto che stare chiuso in una sala buia. A 23 anni, poi, un giorno riaccompagnai mio padre a un turno e rimasi senza fiato. Così, una volta laureatomi, ho intrapreso il percorso da capo. Ho ricominciato con i brusii, con i “Sì, signore”, con le urla di personaggi non inquadrati. Per poi trovare il mio spazio, e guadagnarmi i miei protagonisti, con abnegazione, voglia, e amore per questo mestiere. La passione è stata un motore inesauribile, una spinta continua ad arrivare sempre più in alto. E devo dire che la sento ancora, per fortuna.”

Per chi volesse intraprendere questo cammino fatto di studio e dedizione, cosa vorresti consigliare?

– “Recitazione. Essere un doppiatore vuol dire essere un attore a tutti gli effetti. Bisogna studiare recitazione, e imparare a respirare, a usare il proprio corpo, a replicare emozioni. Io stesso, quando ho ricominciato, ho studiato recitazione, ho affinato quel talento (grande o piccolo che fosse) che avevo. Impensabile non lavorare in quella direzione lì. E poi bisogna imparare a divertirsi. Recitare è giocare. A tutti gli effetti. Un gioco meraviglioso, con regole ben precise. Imparare quelle regole è fondamentale, ma se non ci si diverte, è meglio lasciar stare.”

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Daniele Giuliani premiato come miglior doppiatore maschile in una serie tv

Il pubblico ti conosce per la tua splendida voce, ma spesso accade che i doppiatori – ad esclusione dei tuoi colleghi che svolgono anche la professione di attori – non vengano riconosciuti facilmente dalla gente. Come la vivi questa situazione? Ti dispiace oppure è ininfluente?

– “No, non è un problema. Ho doppiato personaggi molto importanti ma non ho mai sentito la necessità di essere ripreso o cose del genere. Lavoro anche in ambito teatrale, e lì sfogo altre parti del mio essere attore, lavoro su altri dettagli, provo altre emozioni. Tante.
Ti dirò: ho addirittura l’impressione che nell’ultimo periodo i doppiatori godano di fin troppa notorietà. Il nostro mestiere è un po’ come un numero di magia: quando sai il trucco, è molto meno affascinante.”

Come ben sai, NewsCinema si occupa delle notizie che riguardano la carriera professionale dell’attore turco Can Yaman. Tu sei diventato la sua voce italiana, doppiando il personaggio di Ferit Aslan nella serie tv Bitter Sweet – Ingredienti d’amore. Da un punto di vista tecnico, rispetto agli attori americani, hai trovato delle difficoltà nel relazionarti ai metodi di recitazione degli attori turchi, in questo caso Can?

– “È stato difficile per certi aspetti, sì. Soprattutto linguistici, più che “di metodo”. Forse all’inizio Can Yaman era meno “incisivo” di quanto poi non sia diventato col passare delle puntate. Credo che lui stesso abbia compiuto un percorso attoriale interessante. E seguirlo è stato un piacere.”

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Demet Özdemir  e Can Yaman protagonisti della serie tv Erkenci Kuş

Ora è il momento di farti la domanda delle “Cento pistole”. Sarai tu a prestare nuovamente la voce a Can Yaman nella serie tv Erkenci Kuş che dovrebbe andare in onda su Canale 5?

– “Ahahahah “le cento pistole“. Sì, sarò io a doppiarlo in Erkenci Kuş. Anzi, vi dirò: abbiamo già iniziato il doppiaggio. (L’edizione italiana è curata sempre dalla CDR, e la direzione è stata affidata a Francesca Bertuccioli, che aveva egregiamente diretto anche Dolunay.)
So che magari non tutti saranno contenti di questa notizia, ma nel mio mestiere non c’è mai l’appoggio totale del pubblico. Soprattutto perché troppo spesso il pubblico ne fa solo ed esclusivamente una questione di “aderenza vocale”.

Ecco: il nostro NON è un lavoro “di voce”. È un lavoro di emozioni. Una voce suadente non è per forza di cose una voce emozionante. Io penso che il mio lavoro di doppiatore sia fatto bene nel momento in cui replico alla perfezione l’emozione che ha espresso l’attore originale. Lui fa piangere? Io devo far piangere. Lui fa sorridere? Io devo far sorridere. La storia del mio lavoro è stracolma di doppiatori che avevano voci profondamente diverse dagli attori che doppiavano, eppure nessuno batteva ciglio (anche perché non c’era la rete a dare potere smisurato di parola anche a chi non conosce assolutamente nulla di un argomento). Penso a Cesarino Barbetti su Robert Redford, o a Peppino Rinaldi su Marlon Brando, fino ai giorni nostri.

Avere una voce identica all’attore NON è l’aspetto più importante. Sapere restituire le sue emozioni, sì.Voi sareste contenti di una voce identica all’orignale ma che non vi emozioni? Che non vi faccia sognare? Nel nostro campo si dice infatti che “il vero sincrono non è sulle labbra, ma sugli occhi”. Mi fa sorridere leggere di alcune fan che vorrebbero Can Yaman con la voce di Luca Ward.
Luca è un professionista straordinario e un collega stimatissimo, che apprezzo ogni volta che ho la possibilità di ascoltare un film a cui ha partecipato. Ma Luca ha 60 anni. Can ne ha 30. Potrebbe doppiare il padre.

Cosa puoi dire a tutte le fan che sono in trepidante attesa di vedere nuovamente Can Yaman sul piccolo schermo? Quando avranno modo di ammirare la storia di Can Divit e Sanem Aydin, questa volta, in italiano?

– “Potranno gustarsi la storia a breve. Se non erro già a metà giugno comincerà la messa in onda. Stiamo lavorando mattina, pomeriggio, sera, tutti i giorni, pur di garantire la possibilità che il programma vada in onda. Non ci stiamo risparmiando, e lo facciamo solo ed esclusivamente per i fan e la loro trepida attesa. Ci piace sapere che molta gente aspetta questa serie, e ovviamente ci stimola continuamente a farla sempre meglio.”

By Leila Cimarelli

Il mio amore più grande?! Il cinema. Passione che ho voluto approfondire all’università, conseguendo la laurea magistrale in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale a Salerno. I miei registi preferiti: Stanley Kubrick, Quentin Tarantino e Mario Monicelli. I film di Ferzan Ozpetek e le serie tv turche sono il mio punto debole.

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