In questi giorni nei quali il romanticismo sembra regnare incontrastato sulla piattaforma di Netflix, con l’uscita di Emily in Paris 4, in maniera diametralmente opposta, c’è un altro titolo che sta mettendo attirando l’attenzione di molti utenti. Si tratta di una docuserie composta da quattro episodi nella quale vengono raccontate – dettagliatamente – delle storie terrificanti.
Come il caso del Dottor Jekyll e Mr Hyde, delle bellissime e sognanti storie d’amore con il tempo hanno rivelato la loro vera natura, trasformando la vita dei protagonisti in un inferno vero e proprio. Abusi di varia natura, crudeltà, pressioni psicologiche sono parte di quello che hanno vissuto i sopravvissuti, a queste vicende tutt’altro che romantiche.
Il lato horror dell’amore su Netflix
La docuserie Worst Ex Ever si concentra su complotti mortali architettati da ex partner ai danni di coloro che dicevano di amare – è il caso di dire – da morire. Attraverso una ricostruzione investigativa accurata, con interviste alle famiglie delle vittime e dei carnefici, a chi ha cercato di aiutare e chi non si è mai accorto di nulla, questa produzione ha posto sotto i riflettori soprattutto quelle che potrebbero essere avvisaglie importanti da non ignorare nella vita reale.
Prima di continuare, è bene precisare un aspetto di fondamentale importanza. Chi si appresterà a vedere questi episodi, deve sapere che nonostante la presenza di scene ricreate con l’animazione, le testimonianze di chi è riuscito a scampare alla morte, restano molto forti e non adatte a un pubblico particolarmente sensibile. I dettagli efferati, aggravati dalla crudeltà mostrano quanto queste persone possono definirsi tutto tranne che esseri umani.
Cosa succede nel primo episodio di Worst Ex Ever
Il titolo del primo capitolo di questa docuserie, esprime al meglio cosa è stata costretta a subire la vittima: “Dating the Devil“. Ben Foster è colui che senza pensarci due volte ha deciso di porre fine alla vita della fidanzata Justin Siemens.
Accusato nel 2017 di violenza domestica nel 2019 ha tenuto segregata in casa la sua ragazza per due settimane, procurandole la rottura di sette costole, occhi neri e ferite ai polsi a causa delle fascette. Accusato di altri reati è stato condannato a 30 mesi di carcere. Ma da qui, dopo 730 giorni è stato rilasciato in attesa del processo.
Successivamente, dopo essersi trasferito in Oregon e aver conosciuto Siemens, per la giovane donna iniziò un vero e proprio incubo, fatto di torture, abusi sessuali, fisici e botte, tanto da farle perdere i sensi. Provvidenziale il salvataggio di un’amica della povera Justin, prima dell’epilogo che portò Foster a togliersi la vita a fine gennaio del 2023.s