L’atmosfera cupa, le interpretazioni superbe e le riprese raffinate pongono le basi per dramma poliziesco assolutamente coinvolgente
Galveston (2018), con protagonista Elle Fannning, è basato su un romanzo scritto nientemeno che da Nic Pizzolatto, mente di True Detective. E il film, in effetti, rappresenta per certi versi un successore spirituale dell’iconica serie, anche se in forma di film.
Se si nomina l’iconico show di HBO, attualmente alla sua quarta stagione, infatti, possono venire in mente molte cose: un’atmosfera cupa, soliloqui profondi ed esistenziali, splendida fotografia e un insieme di anime complicate.
La regista di Galveston, Melanie Laurent, usa questo materiale di partenza come trampolino di lancio per esplorare ulteriormente gli aspetti che tormentano la psiche umana nel film, uscendone con un thriller poliziesco sicuro e di grande stile, con sfumature noir.
Galveston: un mix tra suspense ed esplosività
Basandosi sul proprio omonimo romanzo del 2010, Nic Pizzolatto ha scritto la sceneggiatura di Galveston con lo pseudonimo di Jim Hammett, insieme al contributo di Laurent. Il film che ne risulta è ben fatto per il modo in cui giustappone prolungati tratti di suspense a momenti di sconvolgente esplosività.
Questo titolo, infatti, è destinato a ossessionare gli appassionati di angoscianti drammi umani, dal momento che tutti i suoi personaggi chiave si ritrovano proprio nella città di Galveston per regolare conti rimasti in sospeso. Apprezzato soprattutto per la sua recitazione, il film dovrebbe assolutamente essere visto dai fan di True Detective che apprezzano l’inconfondibile stile di scrittura di Pizzolato.
Di cosa parla Galveston?
In Galveston, Ben Foster interpreta un pesante di New Orleans di nome Roy Cady, a cui viene diagnosticata una malattia terminale all’inizio del film. Ingannato dal suo supervisore (Beau Bridges), Cady si avventura involontariamente in un’imboscata che coinvolge un gruppo di sicari.
L’anno è il 1988 e l’atmosfera ricorda decisamente quella di Non è un paese per vecchi. Dopo essere sfuggito ai criminali, Roy si imbatte nella Rocky di Elle Fanning, una giovane prostituta, accettando con riluttanza di portarla con sé nella sua missione di vendetta attraverso il paese.
Fin dai dieci minuti iniziali di Galveston, lo spettatore viene risucchiato in un mondo oscuro e sconcertante, dove la sfiducia è pesante come l’umidità che permea tra le sequenze. L’uso che Laurent fa del chiaroscuro è particolarmente abile, con Rocky che viene proiettato in mezz’ombra mentre l’avanzare della sera o l’albeggiare del mattino penetrano dalle finestre dei corridoi.
C’è un sapore alla Coen, anche le pennellate di Laurent provengono da una mano più malinconica. E dal momento che caratterizzazione dei personaggi è un aspetto che True Detective conosce molto bene, le situazioni disperate di Rocky e Cady sono immediatamente convincenti.
https://youtu.be/cPn-3SeerbQ?si=YK6At1dBoTVTLtAv