Entourage, la recensione del film tratto dalla serie tv HBO

Dopo lo straordinario successo dello show televisivo targato HBO la Warner Bros. Italia distribuirà il prossimo 15 luglio in tutti i cinema italiani il primo lungometraggio tratto dalla serie: Entourage. Scritto e diretto da Doug Ellin ed interpretato da Adrian Grenier, Kevin Connolly, Jerry Ferrara, Kevin Dillon e Jeremy Piven Entourage continua la storia di Vincent Chase (Adrian Grenier) che, dopo aver bruscamente chiuso il suo matrimonio dopo soli nove giorni, sente l’esigenza di fare qualcosa di nuovo nella sua carriera. Chiama così il suo amico ed agente di Hollywood Ari Gold (Jeremy Piven) che gli offre il ruolo principale nella sua prima produzione cinematografica ma accetta di recitare solo se sarà anche il regista della pellicola. Inizia così, otto mesi dopo, la produzione di Hyde, il debutto da regista di Vincent Chase. Un debutto che, tra problemi di budget, follie da vip ed assurdità del mondo di Hollywood, riporterà Vincent a vivere un’altra incredibile avventura al fianco dei suoi storici amici e colleghi Eric, Turtle, Johnny ed Ari.

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Dopo otto stagioni di successi anche Entourage sbarca sul grande schermo, ma il risultato è ben diverso dalla trasposizione cinematografica di Sex and the City. Se il cult con Sarah Jessica Parker è riuscito nella difficile impresa di assumere una vera e propria identità di film, Entourage sembra più un episodio speciale realizzato per sfruttare ancora di più l’omonima serie televisiva HBO di cui è la continuazione. Ma andiamo più nel dettaglio. Anticipato da titoli di testa accattivanti e da musiche tanto assordanti quanto irresistibili, Entourage ci proietta ancora una volta all’interno del “dorato” mondo di Hollywood tra mega-party in Piscina, mete esotiche (Ibiza, Positano ed ovviamente l’iconica California), modelle da urlo e simpatici camei di grandi stelle del settore cinematografico, televisivo, sportivo e musicale come Mike Tyson, Pharrell Williams, Jon Favreau, Calvin Harris, Liam Neeson, Mark Wahlberg, Jessica Alba ed Armie Hammer, “protagonisti” di alcuni dei momenti più riusciti di questa attesa trasposizione cinematografica firmata da Doug Ellin. Troviamo così Mark Wahlberg ironizzare sulla lista infinita di sequel di Ted che lo vedranno protagonista, Liam Neeson arrabbiarsi per le battutine pungenti su alcuni suoi film divenuti cult del cinema action come Io vi troverò, e Jessica Alba piroettare ancora una volta nei panni di una sensuale eroina pop per prendere parte ad un film impegnato. Dopotutto quando si vive ad Hollywood è normale avere come vicini di casa star di questo calibro… Ragion per cui i protagonisti del film non fanno altro che incontrare grandi divi al semaforo, al ristorante, al supermercato ed in ogni dove. Ma non è tutto. Perché Entourage svela anche i retroscena inediti della produzione di un film, dai problemi di budget a quelli legati a scelte artistiche e creative differenti tra produttori e registi. Ed in questa sua realtà meta-cinematografica è sicuramente un prodotto interessante. Il vero problema di Entourage è il ritmo, a tratti lento e ripetitivo, debole proprio per la natura della serie che in trenta minuti funziona ed in 120 no, portando più volte lo spettatore ad annoiarsi. Riuscirà Entourage a diventare una vera e propria saga cinematografica come Sex and the City? Probabilmente no. Ma sicuramente Entourage non sarà l’ultima avventura di Vincent, Eric, Turtle, Johnny ed Ari che, al cinema o in tv, torneranno prima o poi a combinarne di tutti i colori nel bizzarro mondo di Hollywood.

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