Erin Brockovich compie 20 anni | Perchè rivedere il film con Julia Roberts

erin brockovich
erin brockovich

Sono passati due decenni dall’uscita nelle sale di Erin Brockovich, film che ha garantito a Julia Roberts l’unico Oscar in carriera. Candidato a cinque statuette in totale, ma con la sola vittoria per la miglior attrice, il film di Steven Soderbergh è un titolo quanto mai prezioso ed attuale i cui echi, soprattutto narrativi, si sono respirati anche nel recentissimo Cattive acque (2019).

Non è un caso che, come nella miglior tradizione del cinema d’inchiesta, entrambi i titoli prendano spunto da storie realmente accadute e vedenti per protagoniste figure forte e incorruttibili, pronte a tutto pur di lottare per i propri ideali e a mettere repentaglio carriere, sicurezza e legami familiari in nome di un fine superiore. La vera Erin, oggi sessantenne, ha trovato una totale mimesi da parte della Roberts, totalmente entrata in un ruolo complesso e affascinante che ha conquistato critica e pubblico in egual misura.

Erin Brockovich | Forte come la verità

albert finney e julia roberts
Albert Finney e Julia Roberts

La storia ha inizio nel 1993, con la protagonista reduce da un incidente stradale e un processo in corso per determinare le eventuali responsabilità. La donna si affida all’avvocato Ed Masry ma, per via di alcune dichiarazioni che la mettono in cattiva luce nei confronti della giuria, il procedimento si conclude a suo sfavore. Erin, madre single di tre bambini e attualmente disoccupata, non si dà per vinta e riesce ad ottenere un impiego proprio nell’ufficio del suo legale che, pur non vedendola di buon occhio (la donna usa abiti discinti e ha un gergo lessicale senza peli sulla lingua), decide di concederle un’opportunità.

La neo assunta si trova così a curare dei file relativi ad un caso coinvolgente la Pacific Gas and Electric Company, una compagnia che avrebbe inquinato le falde acquifere di Hinkley, una cittadina californiana, causando gravi danni di salute ai residenti – i quali sarebbero stati ingannati con false promesse e referti medici fasulli. Erin si appassiona sempre di più al caso, mentre la sua vita privata sembra andare di bene in meglio dopo l’incontro con il motociclista George, il quale si prende cura dei suoi bambini mentre lei si trova al lavoro. Con il passare dei giorni, Erin scoperchia un losco giro di corruzione ed entra i contatto con i vari abitanti della zona contaminata, guadagnandosi anche il rispetto del suo capo, ma le insidie nel lottare contro una società che fattura milioni di dollari non tardano ad arrivare.

Leggi anche: Cattive acque | la recensione del film con Mark Ruffalo

Erin Brockovich – Cuore e cervello

aaron eckhart e julia roberts
Aaron Eckhart e Julia Roberts

Soderbergh è da sempre maestro nel rendere incisivi i propri personaggi, anche quando si trova a lavorare con sceneggiature non scritte di suo pugno: in questo caso la carismatica figura reale alla base gli ha sicuramente avvantaggiato il compito, ma è comunque notevole l’approccio con cui il regista ha tratteggiato la figura di Erin, indirizzando Julia Roberts su una performance totalizzante.

Fisico sexy e dinoccolato messo in luce dal succinto vestiario, una parlantina boccaccesca da donna di strada – nel senso migliore del termine – alle prese con un ambiente spesso artificioso come quello legale, uno sguardo capace di catalizzare in ogni momento il relativo substrato emozionale. Erin Brockovich, accompagnato in Italia dal gratuito sottototitolo Forte come la verità, è un bio-pic solido e accattivante, mai schiavo di una retorica fine a se stessa ma invece abile nel dosare ritmo e atmosfere, con una tensione drammatica costante che accompagna la missione di giustizia della determinata protagonista.

Le due ore e rotti di visione si prendono i propri tempi in un continuo crescendo, limando gli eccessi in favore di un equilibrio narrativo ammirevole ulteriormente rafforzato da un’impronta stilistica sobria e ragionata che rimane appiccicata, senza morbosità, a questa donna alpha e omega del racconto. Emozioni ed impegno si mescolano così egregiamente dando vita ad un ritratto complesso e sfumato, nel quale la Roberts trova una spalla d’eccezione in Albert Finney, altrettanto magistrale nell’incarnare l’avvocato Ed Mary: il loro rapporto, giocato su dinamiche da cane-gatto pronti a mordersi ma al contempo lottare fianco a fianco, concede quei sussulti più leggeri che donano l’ennesimo surplus ad un film che non sembra invecchiato di un giorno.

By Maurizio Encari

Appassionato di cinema fin dalla più tenera età, cresciuto coi classici hollywoodiani e indagato, con il trascorrere degli anni, nella realtà cinematografiche più sconosciute e di nicchia. Amante della Settima arte senza limiti di luogo o di tempo, sono attivo nel settore della critica di settore da quasi quindici anni, dopo una precedente esperienza nell'ambito di quella musicale.

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