Dopo Insidious – L’Ultima Chiave Adam Robitel dirige Escape Room, al cinema dal 14 Marzo con la Warner Bros. Il regista sfrutta il successo della nuova forma di intrattenimento che si è diffusa in tutto il mondo, le escape room, ovvero un gioco organizzato in varie stanze a tema in cui un gruppo di amici deve risolvere enigmi e decifrare indizi per raggiungere la soluzione.
Sei sconosciuti con un diverso background ed estrazione sociale ricevono un misterioso invito a partecipare a una escape room esclusiva, al termine della quale si vince una importante somma di denaro. Quando si ritrovano all’interno della prima stanza e il gioco inizia non passa molto tempo prima che i sei malcapitati si accorgono che quella non è una semplice escape room, ma la loro vita è in pericolo e devono usare la logica e le loro capacità deduttive per sopravvivere e tornare alle loro vite. Ci sono tutti gli ingredienti per un thriller psicologico coinvolgente e spassoso e Robitel gioca bene le sue carte, anche se la formula di base non è propriamente originale. Infatti già dalle prime scene è facile il paragone con Saw – L’Enigmista, The Belko Experiment o Cube, in cui i protagonisti sono rinchiusi e messi alla prova con trucchi di abilità ed enigmi apparentemente irrisolvibili. Ma Escape Room non rientra nel genere horror poiché la componente gore e splatter è molto limitata, anche quasi inesistente. Scelta condivisibile o meno, ma il film funziona anche così, più elegante e divertente nello stile di narrazione.
Robitel ha puntato molto sull’estetica e il film è visivamente interessante, con inquadrature dove pulsano il rosso e il blu per una fotografia moderna e suggestiva. Ogni stanza del gioco è curata nel dettaglio e la scenografia è una co-protagonista invadente ma necessaria. Dal fuoco al ghiaccio fino a un’avventura sottosopra, i protagonisti vivono tante esperienze diverse. Pareti mobili, pavimenti che si sfaldano sotto i piedi dei più sfortunati del gruppo, l’assoluto silenzio da parte di eventuali guide o moderatori, aiutano a donare il ritmo al film e a creare quella giusta dose di suspance che incuriosisce il pubblico e lo tiene incollato allo schermo fino alla fine. Nel cast non si trovano molti volti familiari a parte Deborah Ann Woll reduce dalla serie tv True Blood. Escape Room è un film di puro intrattenimento con una sceneggiatura lineare che si perde solo un po’ nel finale, volutamente aperto.