EYES, una denuncia forte verso una società sempre più indifferente

EYES, cortometraggio da un’idea di Maria Laura Moraci, Elisa Fois, Francesca Aledda, pone lo spettatore dinanzi al problema dell’indifferenza e del consumismo sfrenato. Al progetto hanno partecipato anche Daniele Ciprì (fotografia e riprese) e Andrea Baracca (color). La mancanza di empatia, il guardare “senza vedere”, viene proposto dalla giovane regista con un particolare espediente: tutti gli attori sono in scena con gli occhi chiusi e con delle pupille disegnate sulle palpebre.

Ogni singolo personaggio che appare in EYES, dai più centrali fino alle comparse (esclusa una bambina, in quanto ancora innocente), non riescono a percepire realmente cosa succede intorno a loro. Dal conducente dell’autobus, alla donna totalmente rapita dal suo smartphone, sino alle ragazze ciniche e superficiali… il mondo circostante sembra essere estremamente lontano dai personaggi, così distaccati da ciò che accade ad appena pochi passi da loro. Una richiesta di aiuto però, risveglia infine un ultimo e tenue bagliore di umanità: gli attori, uno a uno, hanno un sussulto e riaprono gli occhi (quelli veri) per destarsi finalmente dallo stato di torpore dell’indifferenza.

maria laura moraci
Maria Laura Moraci

L’ultima parte del cortometraggio invece, presenta le riprese agghiaccianti degli ultimi momenti di vita di Niccolò Ciatti, un ragazzo ucciso durante una rissa a Barcellona. Le immagini, naturalmente molto forti, non solo mostrano la violenza ma anche l’indifferenza delle persone circostanti che si limitano a filmare con lo smartphone ciò che sta accadendo. Un esempio impressionante di come, quegli occhi disegnati sulle palpebre, siano molto meno simbolici di quanto si possa immaginare.

Il cortometraggio si presenta come una denuncia forte e decisa verso una società che, a dispetto di una tecnologia che ci consente di essere in contatto con tutti, si chiude in se stessa, senza riuscire più a percepire la richiesta di aiuto di qualcuno a pochi metri da noi. Spendere e consumare, senza mai fermarsi per guardarsi attorno e ascoltare chi ci circonda, è effettivamente uno dei principali mali del giorno d’oggi. L’aprire gli occhi o meglio, il tornare a percepire gli altri esseri umani come il nostro prossimo, è l’augurio e la speranza di Maria Laura Moraci che, con questi pochi minuti riesce a colpire lo spettatore spingendolo a riflettere profondamente. L’architrave del tema è ben supportato da una fotografia che denota capacità artistiche e l’intercalare degli eventi è dosato e ritmato con l’esperienza che solo i professionisti riescono a cesellare con maestria, riuscendo a mantenere costante l’attenzione dello spettatore e a emozionarlo.