FEFF 19 – Aspettati l’Inaspettato, prime anticipazioni del festival orientale

Aspettati l’inaspettato non è solo il titolo di un vecchio (meraviglioso) poliziesco hongkonghese di Johnnie To e Patrick Yau: è la formula chimica, breve e perfetta, che racchiude l’essenza di tutto il cinema orientale. Davvero tutto. Ci sono luoghi in cui ogni cosa può accadere, li troviamo dentro alle favole o dentro ai sogni, e il cinema orientale è senza dubbio uno di questi. Lo sanno bene gli appassionati, lo sa bene il Far East Film Festival, attesissimo a Udine dal 21 al 29 aprile, che sta per tagliare il traguardo della diciannovesima edizione e non ha mai smesso di esplorare, vivere, raccontare l’inaspettato.

Quasi vent’anni di visioni estreme, anarchiche, spiazzanti, a prescindere dal genere o dal taglio narrativo: è proprio una questione di anima, prima ancora che di tecnica o di estetica. È proprio un’inclinazione naturale (un formidabile talento) per l’inaspettato, appunto, e anche quest’anno lo sguardo degli spettatori ne potrà ammirare tanto. Tantissimo. Declinato secondo la grammatica della commedia e dello splatter, per esempio, così come della love story e del musical. Qualche anticipazione della corposa line-up 2017 che sarà svelata per intero, ricordiamo, il 13 aprile.

Inaspettato è, sicuramente, Nail Clipper Romance di Jason Kwan, prodotto da uno dei più cari amici del FEFF (e tratto da un suo racconto): stiamo parlando di quel ragazzaccio di Pang Ho-cheung, icona stessa dell’indomabile creatività made in Hong Kong, che a Udine presenterà anche Love Off the Cuff (terzo capitolo della bizzarra saga romantica iniziata con Love in a Puff e portata avanti con Love in the Buff). L’opera prima di Jason Kwan, girata alle Hawaii e musicata dal compositore italiano Gabriele Roberto, vede protagonista una ragazza che segue un regime alimentare leggermente insolito: si ciba di… tagliaunghie! C’è bisogno di aggiungere altro, oltre al fatto che Nail Clipper Romance è una commedia sentimentale?

Inaspettato è, sicuramente, il punto interrogativo che ha fatto nascere Kung Fu Yoga di Stanley Tong (in Italia uscirà con il marchio Notorious): cosa succede quando due discipline molto lontane tra loro, molto lontane nella percezione di tutti (a dire il vero), accorciano le distanze? Succede che entra in scena Sua Maestà Jackie Chan, super ospite del FEFF nel 2015, e garantisce ancora una volta azione e risate alla massima potenza! Siamo nel territorio del family-friendly popcorn cinema, ovviamente, con lo stesso dream team che negli ultimi anni ha polverizzato i botteghini asiatici (Police Story 3: Super Cop, Rumble in the Bronx) e deliziato milioni di spettatori.

Inaspettato è, sicuramente, The Sleep Curse di Herman Yau, un altro vecchio amico del Festival, che ritorna al suo primo (grande) amore per la gioia degli ammiratori più ferventi: lo splatter. Anzi: il gore. Se pensate di essere pronti a tutto, aspettate di (ri)vedere in azione la gloriosa coppia di Untold Story (1993) ed Ebola Syndrome(1996): sì, perché il mitico Herman ha richiamato sul set l’altrettanto mitico Anthony Wong! Un film estremo, sconsigliatissimo alle anime candide, che riscrive – con il sangue –  le regole del genere.


Inaspettato è, sicuramente, 52Hz, I Love You di Wei Te-sheng, che possiamo considerare a tutti gli effetti la risposta taiwanese a La La Land (o viceversa?), ed è sicuramente inaspettato anche il filippino Die Beautiful di Jun Robles Lana: un’irresistibile, chiassosa, coloratissima transgender comedy che è già destinata a diventare un cult! È la storia di Trisha, interpretata dall’attore Paolo Ballesteros, una reginetta di bellezza che muore, all’improvviso, durante la cerimonia d’incoronazione. Il suo ultimo desiderio è quello di una veglia funebre indimenticabile e gli amici, per evitare gli strali del padre ultraconservatore, ne trafugano la salma: resterà esposta per dieci giorni, come da tradizione filippina, e ogni notte verrà trasformata a colpi di make up… in una diversa celebrity, da Madonna a Shakira!

Quasi vent’anni di visioni estreme, anarchiche, spiazzanti sul grande schermo del Far East Film Festival, dicevamo, e il cinema orientale, come succede solo nelle favole o nei sogni, continua ancora a riempirci gli occhi di stupore.