Dopo lo straordinario Countdown, il cinema thailandese torna a inquietare il Far East Film Festival. Take Me Home è il nuovo horror di Kongkiat Khomsiri, un regista elogiato da Sabrina Baracetti come uno dei migliori autori thai di genere.
Tan (Mario Maurer), dopo un incidente automobilistico, si risveglia in ospedale senza ricordare nulla della sua vita. Un indizio lo conduce nella sua vecchia casa dove scopre di avere una sorella gemella, Tubtim (Wannarot Sonthichai), che ha un marito e due figli terrorizzati da lei. Tan non si perde d’animo e decide di conoscere la sua famiglia che si rivelerà molto più oscura di quello che avrebbe mai immaginato.
Una ghost story thai
“Siamo fortunati. È la casa dei nostri sogni. È la perfezione, la felicità” affermano i genitori di Tan prima di scoprire il tragico destino che li attende.
Scritto e diretto dall’autore di Art of the Devil 2, Chaiya, Slice e The Gangster, Take Me Home è la massima espressione di Kongkiat Khomsiri: “È un onore far parte di questo festival. Take me Home è il mio film preferito”, ha dichiarato il regista durante la proiezione di mezzanotte del suo incubo cinematografico. Una ghost story che, strizzando l’occhio a cult come Il sesto senso (alcune sequenze ripetono secondo per secondo il film di Shyamalan) e The Others, terrorizza attraverso creature inquietanti, make up d’effetto e vedo non vedo destabilizzanti.
Tra la fotografia filtrata dalle luci degli alberi, la musica classica e gli spunti gore, Take Me Home rivoluziona il genere mantenendone intatti gli elementi fondamentali. Tutto è già visto e allo stesso tempo nuovo, espressione di un entertainment gotico che, nelle giuste mani, regala grandi salti sulla sedia.
Un horror mistico
Una casa infestata, una presenza terrificante e un limbo da cui è impossibile sfuggire sono gli ingredienti di Take Me Home, uno dei migliori horror che abbiamo avuto il piacere di vedere nella cornice del Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
A differenza degli horror statunitensi, il cult di Khomsiri si rifà alla tradizione mistica orientale. Leggende e storie di fantasmi che arricchiscono un genere dominato da deboli remake e dimenticabili mockumentary.
Take Me Home non è, come altre pellicole presentate al Far East Film Festival, costretto nel cinema orientale. Dai paradossi temporali di Lost ai cliché del brivido, l’horror di Khomsiri guarda a un entertainment internazionale. Tra corpi che sbattono ripetutamente contro le finestre, maledizioni rivelatrici di oscure verità e passaggi segreti, Take Me Home è una delle migliori ghost story degli ultimi anni. Un trionfo di estetica pop e giochi di suoni (si percepisce l’influenza del cinema di James Wan) che, creando un senso di attesa, spaventa e inquieta.
Non siamo al livello di Countdown di Nattawut Poonpiriya ma Take Me Home è la dimostrazione che il cinema thai sa regalare brividi di intramontabile fascino e mistero.